Sentiamo spesso parlare di manipolazione psicologica, ma sappiamo riconoscerla? Sappiamo come riconoscere un manipolatore vero e nel caso cosa fare?
Come riconoscere un manipolatore.
Partiamo dalla manipolazione: l’attuazione di un’influenza interpersonale non opportuna, eccessiva, e spesso malevola.
La manipolazione può avvenire con queste modalità:
- la distorsione dei fatti
- lo sfruttamento
- il ricatto emotivo.
L’intento del manipolatore è di detenere controllo e potere all’interno di una relazione. I benefici che il manipolatore ottiene spesso sono a carico del proprio partner, che ne diventa la vittima.
Manipolazione vs influenza
È importante distinguere la manipolazione da quella che è invece una sana influenza relazionale-sociale. In questo caso è un’interazione cooperativa dove si dà e si riceve, si insegna e si apprende.
Il clima è basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco. La persona si sente apprezzata e certa di poter mostrare le sue fragilità. questo senza il timore che esse vengano utilizzate a suo discapito. Chi viene a contatto con un manipolatore invece viene sfruttato e danneggiato a suo beneficio. Nei fatti, però, l’astio e il rancore che semina avranno delle conseguenze.
Come riconoscere un manipolatore?
Il manipolatore è abile nella distorsione dei fatti. Riesce a raggiungere questo intento grazie a tante strategie. Vorrei sottolineare che non tutti i manipolatori sono consapevoli del loro comportamento.
Come i narcisisti (spesso i manipolatori lo sono) hanno la necessità di un rifornimento emotivo che proviene dall’esterno. Possono apparire empatici e affettuosi. Tuttavia la loro attenzione verso l’altro si attiva in funzione di ciò che ne può ricavare.
Quali sono i comportamenti di un manipolatore?
I manipolatori spesso hanno comportamenti ambivalenti. Sono capaci di far sentire molto amato il partner. In un attimo, però, tutto può cambiare e l’altro non esiste. I manipolatori, non sono persone in grado di entrare realmente in una relazione. Vedono gli individui come fossero oggetti. Sentono di controllare gli altri proprio come farebbero con una parte del loro corpo.
Tutti i fatti e le persone verranno valutate su due livelli (pensiero dicotomico). Troviamo perciò:
- giusto/ sbagliato
- bello/ brutto
- vero/falso
L’unico giudizio che valga la pena di essere preso in considerazione è il loro. Chi non è d’accordo è del tutto insensato, pazzo o non intelligente.
E se messi alle strette sono sempre pronti a rimangiarsi ciò che hanno detto o a riformulare affermazioni. Farebbero di tutto pur di sottrarsi alle responsabilità circa azioni o impegni presi. Ovviamente anche per assegnarsi la ragione.
Nel caso serva, i manipolatori sono pronti a sviare cambiando argomento! Evitano, infatti, ogni argomento possa mettere in evidenza delle loro mancanze. Tutto per non farsi trovare in difetto! Ecco che termini come “mai” o “sempre” fanno costantemente parte del loro lessico. Così, se gli serve, fanno apparire un evento sporadico come una consuetudine e viceversa.
Come riconoscere un manipolatore attraverso i suoi atteggiamenti.
Una caratteristica del manipolatore è l’induzione del senso di colpa. Quando sono criticati, tendono a portare argomentazioni così da apparire una vittima. Ciò indurrà dei sensi di colpa nel partner, maggiori se si tratta di una persona sensibile.
Fate sempre caso agli atteggiamenti passivo aggressivi o di aggressività esplicita.
Il manipolatore, infatti, può oscillare tra queste due condotte opposte. Nella prima, troviamo la menzogna, la deresponsabilizzazione, la colpevolizzazione, il confondere e invalidare l’altro.
Gli atteggiamenti passivo-aggressivi sono indiretti e subdoli. Pertanto difficili da individuare. La persona attaccata sentirà il disagio ma non comprenderà le ragioni. Effettivamente nulla di evidente è accaduto eppure il manipolatore:
- Smette di sorridere
- non guarda negli occhi
- parla a monosillabi
- ignora l’altro
- sabota il buonumore
Questi sono tutti modi per attaccare la serenità altrui e mostrare il disprezzo. Qualora ciò non sortisca l’effetto sperato il manipolatore può attaccare esplicitamente. Lo farà utilizzando un linguaggio prevaricante. in alcuni casi si servirà di minacce e rabbia diretta. L’obiettivo è quello di generare la paura o il disagio estremo. Lo scopo è rendere l’altro velocemente inoffensivo.
Come uscirne?
La sensazione che ha chi è manipolato, è il senso di confusione e soffocamento. Si ha la sensazione di non sapere più distinguere cosa è vero da cosa non lo è. Si è bersagliati da continue insinuazioni, critiche, dubbi e svalutazioni.
Questa escalation continua verso la discesa provoca il crollo autostima della vittima. Questa, già di per sé fragile, diviene pian piano sempre più compromessa.
Riconoscere il gioco perverso è fondamentale. Inoltre è di cruciale importanza imparare a mettere dei chiari confini e farsi rispettare.
In conclusione per poter arrivare a tale risultato occorrerà un lavoro finalizzato. Sia aumentare l’autostima che a rafforzare la propria assertività. Inoltre è fondamentale il riconoscimento e il rispetto dei propri bisogni.
Vorrei sottolineare che anche la vittima ha delle difficoltà e delle responsabilità. Mettendo da parte il diritto di sentirsi amata e rispettata permette al manipolatore di esistere. Un percorso di psicoterapia può aiutare entrambi. Questo sia nella costruzione di una salda autostima che nella capacità di stabilire delle relazioni appaganti.