Parliamo di Revenge porn

Analizziamo il lato oscuro dei social network e della rete: parliamo di Revenge porn!

I social network possono trasformarsi in un vero e proprio incubo per questo oggi vi parliamo di Revenge Porn. In Italia la “vendetta pornografica” è un reato, introdotto con l’approvazione del Codice rosso (legge 69 del 19 luglio 2019) sulle violenze domestiche, punito con la reclusione da uno a sei anni.

Il reato è relativo alla minaccia o alla pubblicazione di materiale come video e fotografie dal contenuto intimo e sessuale, che ritraggono altre persone, che seppur consenzienti al momento della produzione di tale materiale (ad esempio nel sexting), non hanno fornito in alcun modo il consenso alla pubblicazione sui social media (Eaton & McGlynn, 2020).

È prevista un’aggravante nei casi in cui a divulgare sia una persona con la quale la vittima è legata da relazione affettiva quindi coniuge, ex coniuge, ex compagno e così via.

Normalmente infatti gli ex che intendono vendicarsi della fine della loro relazione condividono materiale “intimo” tramite social, email, whatsapp, telegram. L’intenzione è quella di diffonderlo con il maggior numero di persone. Quella che doveva essere una condivisione privata all’interno della coppia viene invece divulgata da uno dei due partner per ledere all’altro.

Da dove nasce il Revenge porn?

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L’affermarsi del revenge porn, ha ragioni differenti, tuttavia queste provengono da una base culturale di stampo maschilista in cui soprattutto per quanto riguarda la sessualità femminile sono presenti tabù e stereotipi. Vorrei comunque sottolineare che non è un fenomeno che riguarda le donne in maniera esclusiva. Circa il 10% delle persone coinvolte sono infatti di genere maschile.

I due sessi tuttavia sono coinvolti con modalità e intenzioni differenti.

Quando si tratta delle donne il revenge porn, si basa infatti sulla mortificazione e repressione del desiderio erotico femminile. Questo è di fatto percepito come qualcosa di sbagliato e scandaloso. Le donne sono pertanto sottopste all’umiliazione e alla vergogna pubblica a causa di un rapporto con la sessualità che viene in maniera pregiudizievole visto come vergognoso. Questi stereotipi culturali per molto tempo hanno messo le donne in condizione di dover limitare le proprie pulsioni e desideri circa la loro sessualità.

Gli uomini vittime di revenge porn sono più spesso soggetti ad una derisione rispetto lo stereotipo di “uomo virile”e non per l’erotismo in sé, che nell’uomo è considerato giusto e naturale.

La sessualizzazione del corpo femminile rende molti comportamenti (una minigonna, una spalla scoperta ecc..) automaticamente volgari e inopportuni.

Pratiche quotidiane che normalizzano la violenza di genere

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  • Lo slut-shaming (“slut”, puttana, e “shame”, vergogna) è la tendenza a screditare una donna per determinati comportamenti o desideri sessuali considerati non adeguati alla norma prevista.
  • victim-blaming (colpevolizzazione della vittima) si intende il processo psicologico attraverso cui la vittima di una violenza viene considerata responsabile della stessa. Attraverso questo meccanismo, la causa determinante del reato viene spostata dall’uomo aggressore alla vittima. Ecco così che un abbigliamento “succinto” diviene causa di una violenza sessuale. Pertanto attraverso una distorsione si contribuisce alla vittimizzazione del carnefice.
  • L’oggettificazione del corpo femminile la donna è vista come oggetto atto alla gratificazione sessuale di un uomo. umiliata o sfoggiata come un trofeo, al fine di supportare e incrementare la virilità maschile.

Vorrei sottolineare come anche il termine “Revenge porn” è di per sé fuorviante poiché il termine “vendetta” (revenge) in qualche modo lascia sottointendere che ci sia stato un torto all’origine. Questo contribuisce ad addossare una responsabilità per le vittime. E che quindi si siano in qualche modo meritate questo (Maddocks, 2018). Molto più spesso invece queste hanno solo voluto chiudere una relazione che nella magior parte delle volte era per loro fonte di dolore.

Parliamo di Revenge Porn: Conseguenze psicologiche per la vittima

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Come ho detto questo fenomeno si verifica per lo più nei casi di separazione. Oltre alla diffusione spesso vengono accompagnati da commenti del tipo “ecco chi è davvero” oppure “le piaceva farsi riprendere” che alimentano lo scopo di diffamare ed umiliare la vittima.

Molte delle vittime di questo tipo di condotte vanno incontro a quella che è una sintomatologia sovrapponibile a un vero e proprio disturbo postraumatico. Il vissuto di vergogna comporta spesso per le vittime forti problematiche a tornare alla loro vita normale.

Queste persone temono costantemente di perdere aspetti importanti della loro vita come il lavoro o il compagno attuale. Inoltre subentra un vissuto di inadeguatezza e paura, di essere giudicati negativamente. Si instaura così di conseguenza una vera e propria sintomatologia ansiosa.

Compaiono comportamenti di evitamento rispetto al contatto con gli altri. Possono inoltre presentarsi sintomi legati all’alterazione del ciclo sonno veglia, alterazioni delle condotte alimentari, abuso di alcol e autolesionismo (Bates, 2016).Anche la sfera intima viene compromessa poiché la persona sviluppa il terrore che l’intimità con un’altra persona possa riportarla a vivere la medesima situazione. A seguito di tali sintomi ansioso-depressivi in alcuni casi emergono ideazioni suicidarie.

Capita che in conseguenza della diffusione di materiale sessuale le vittime di revenge porn siano anche vittime di stalking da parte di sconosciuti che hanno trovato il loro riferimento sul web (Citron & Franks, 2014).Vorrei sottolineare come il Revenge porn è un reato che all’interno di una vera e propria strategia persecutoria, mette a serissima prova la salute mentale della persona coinvolta.

Profilo psicologico dell’offender

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La maggior parte gli offender ha una personalità di stampo narcisistico. Non tollerando la frustrazione, reagiscono con rabbia all’interruzione della relazione o ad un rifiuto. Spesso sono persone prive di empatia che tentano di alleviare la ferita (narcisistica) ricevuta nel modo puù doloroso per la vittima. Inoltre hanno la tendenza a deresponsabilizzarsi rispetto a certe condotte.

Sono immaturi anche dal punto di vista relazionale ed emotivo. Le relazioni sono vissute solo attraverso il controllo sulla partner. Se non possono averla, cercano di svalutarla nella maniera atroce, pertanto molto spesso attraverso temi di tipo sessuale.

Solitamente l’offender è una persona con tendenze a manipolare la vittima in modo tale da ottenere la sua accondiscendenza in varie situazioni. Parliamo soprattutto della disponibilità a farsi riprendere o a condividere immagini di momenti intimi anche se non pienamente convinta.

La donna ormai invischiata all’interno di una relazione (tossica) cercherà di aderire alle richieste per non perdere il partner. Sono soggetti concentrati sui loro bisogni, sottilmente svalutanti con la tendenza ad isolare e depotenziare la partner col fine ultimo di controllarla.

Cosa fare se si scopre di essere vittima di Revenge porn? E come uscirne?

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Se parliamo di Revenge Porn la parola d’ordine è denunciare.

È importante rivolgersi immediatamente alla polizia postale che ha competenze specialistiche e la possibilità di richiedere l’immediata rimozione dal provider dei contenuti che riguardano la persona danneggiata.

In alcuni casi si riesce a far rimuovere velocemente i contenuti non autorizzati anche contattando i social network. In altre situazioni purtroppo, soprattutto quendo il provider è estero è veramente molto più complesso.

È importante inoltre non dar credito a chi promette previo pagamento di garantire la rimozione di questi contenuti poiché si rischia di essere truffati.

Per superare invece il profondo danno emotivo è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta che può aiutare a ricostruire la percezione di sé che è stata messa profondamente in crisi. Durante la terapia si può entrare a fondo nel dialogo interiore e armonizzare gli interlocutori interni che attaccano e fanno sentire la persona di non valere nulla facendole provare una profonda vergogna. La vittima pian piano riuscirà così a sentirsi meno angosciata e confusa, a riacquistare fiducia in se stessa e nelle relazioni.

Bibliografia

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      • Bates, S. (2016). Revenge porn and mental health: a qualitative analysis of the mental health effecs of revenge porn on female survivors. Feminist Criminology, 1-21.
        Citron, D. K., & Franks, M. A. (2014). Criminalizing revenge porn. Wake Forest Law Review, 49, 345-391.
      • Eaton, A. E., & McGlynn, C. (2020). The psychology of nonconsensual porn: Understanding and addressing a growing form of sexual violence. Policy insights from the behavioral and brain sciences, 7(2), 190-197.
      • Maddocks, S. (2018). From nonconsensual pornography to image-based sexual abuse: Charting the course of a problem with many names. Australian Feminist Studies, 33(97), 345-361
      • McGlynn, C., Rackley, E., & Houghton, R. (2017). Beyond ‘revenge porn’: The continuum of image-based sexual abuse. Feminist Legal Studies, 25(1), 25-46.
Eva Iori

evaiori@hotmail.it

Eva Iori, nata a Roma  è una psicologa appassionata del funzionamento della psiche che da sempre si è interessata alle problematiche femminili,  e "all'archeologia dell'anima"

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