E se il bullo fosse tuo figlio? Ogni genitore si è preoccupato almeno una volta che i propri figli potessero essere vittime di bullismo… Ma quanti hanno temuto il contrario?
L’età dei bambini coinvolti in episodi di bullismo si sta drammaticamente abbassando, mentre crescono vertiginosamente i casi in cui è l’utilizzo dei social a offrire terreno fertile per la diffusione del fenomeno.
Se fino a qualche anno fa la parola bullismo era quasi sempre associata agli adolescenti, ora, invece, i genitori si trovano a fronteggiare il problema fin dalla scuola elementare. Lo diciamo spesso, crescere un figlio nel 2023 è una sfida: non possiamo, infatti, attingere alla nostra esperienza. Sono cambiate molte cose, a partire dalla tecnologia.
Quando si parla di bullismo, le preoccupazioni e le attenzioni sono spesso rivolte alla vittima, ma anche i genitori di un figlio che manifesta comportamenti orientati al bullismo hanno bisogno di accompagnamento e sostegno.
E se fosse colpa mia?
I luoghi comuni vogliono il genitore del bullo come assoluto colpevole delle azioni del proprio figlio. A volte, infatti, è più facile trovare un capro espiatorio che ragionare su come far comprendere ai ragazzi la gravità delle proprie azioni. Alcuni genitori si trovano realmente spiazzati di fronte alle azioni di un figlio bullo, che sembrano non riconoscere.
In questi casi è molto importante assumersi subito la responsabilità educativa.
È fondamentale che sia chiaro fin da subito che i genitori non giustificheranno, copriranno o passeranno sopra simili comportamenti.
Allo stesso tempo è fondamentale che tutti gli adulti coinvolti – genitori, familiari e insegnanti – si mettano attentamente in ascolto. Se dietro al bullo non esiste un contesto capace di rispettare il Patto educativo di corresponsabilità e supportare tutte le persone coinvolte, il rischio è che qualsiasi punizione cada nel vuoto.
Bullismo: la giustizia non solo ripara, ma trasforma.
Gli episodi di bullismo devono essere un’occasione per crescere ed evolvere, soprattutto se si parla di ragazzi molto giovani.
Non bisogna perdere le staffe o reagire con durezza, ma intraprendere un percorso (se necessario con l’aiuto di uno specialista). Solo così è possibile comprendere le ragioni profonde degli atti di bullismo e capire se siano stati ignorati segnali premonitori.
Per aiutare un figlio che ha comportamenti tendenti al bullismo, i genitori devono mettere da parte l’ego, per fare spazio a nuove strategie educative da adottare immediatamente.
Se notiamo atteggiamenti nei nostri figli che non ci piacciono o sollevano dubbi, è importante poterne parlare apertamente, evitando punizioni fai-da-te.
I bambini sono in grado di spiegarsi e, soprattutto quando sbagliano, devono essere trattati come persone capaci di assumersi responsabilità e rimediare agli errori.