I pericoli dei social per i bambini

Bambini e internet: perché dobbiamo fare molta attenzione

I pericoli dei social per i bambini: la parola alla nostra Tata Emma

Internet è ormai parte integrante delle nostre vite e soprattutto di quelle dei nostri figli. I bambini sono perfettamente capaci di usare il telefono per scattare foto, guardare in autonomia cartoni animati, giocare e anche navigare su internet.

Se fino ai primi anni 2000 l’accesso a internet era limitato al computer (magari uno per famiglia), ora bambini e ragazzi possono accedere da device molto diversi e con estrema facilità.

Impossibile pensare di negare l’acceso a internet ai nostri figli fino alla maggiore età, però inutile girarci intorno: i pericoli sono tanti. 

I pericoli dei social per i bambini

Non solo ce lo ricordano gli esperti di psicologia dell’infanzia, ma anche i terribili casi di cronaca che leggiamo sui giornali. Non sono pochi gli adolescenti che, infatti, vengono contattati su internet e coinvolti in sfide pericolosissime con la Blue Whale Challange, oltre ad essere esposti al pericolo di cyberbullismo.

I dati più preoccupanti, però, riguardano i preadolescenti: durante la fine delle scuole elementari e gli anni delle scuole medie i ragazzi possono trovarsi in situazioni molto pericolose su internet e non avere gli strumenti per difendersi. Non è raro, infatti, imbattersi in contenuti inquietanti come blog pro anoressia o personaggi di fantasia come Jonathan Galindo che contattato anche bambini molto piccoli, inducendoli a compiere gesti estremi.

Cosa possiamo fare noi adulti?

I pericoli dei social per i bambini: come gestirli

I pericoli dei social per i bambini

  • 1. Teniamoci informati. Sembra scontato, ma non lo è affatto. Spesso gli adulti tendono a snobbare gli interessi dei figli, invece è importantissimo rimanere vigili. Cosa piace ai nostri figli? Che siti visitano? Quali sono i loro interessi? Questo non significa essere invadenti, ma interessarsi al loro mondo, con discrezione. E, soprattutto, cercare di stabilire un dialogo basato sulla fiducia e non sul giudizio.
  • 2. Conosciamo le realtà che si occupano di bambini e internet. Sul territorio ci sono diverse associazioni che si occupano attivamente di queste tematiche. Sapere che esistono e informarsi su quello che fanno può essere un’azione preventiva efficace. A volte, come genitori o adulti significativi, ci si sente senza strumenti: chiedere aiuto è un modo intelligente per affrontare qualcosa che ci fa paura (e dare il buon esempio).
  • 3. Ribaltate il paradigma. I vostri figli sanno sicuramente più di voi del mondo di internet: chiedete spiegazione. Fare sentire i ragazzi importanti, renderli attivi nel processo di cresciuta, vi aiuterà a stabilire un dialogo più trasparente. Parlate con loro anche dei pericoli di internet, magari facendovi aiutare da libri e film.

Sì alle regole, ma anche al buon esempio

I pericoli dei social per i bambini

  • 4. Poche regole, ma buone. Una delle frasi più ricorrenti che sentiamo è: “Ma perché hanno tutti il cellulare e io no?”. Questo fa sì che ormai i nostri figli chiedano di avere un telefonino personale in seconda elementare. Bilanciare fra le proprie convinzioni educative e le richieste che provengono dal gruppo dei pari è davvero difficile, lo sappiamo. Cercate di andare incontro ai vostri figli, ma anche di stabilire regole chiare e non cedere. Tutti i ragazzi hanno bisogno di regole, l’importante è che siano poche e chiare. Si decide che su internet non si passa più di un’ora al giorno? Così deve essere.
  • 5. Date il buon esempio. Questa è la cosa più difficile, ma la più importante. Se voi in primis passate ore su internet e con il cellulare tra le mani, lascerete ai ragazzi l’idea che c’è ben poco altro da fare. Cercate di variare le attività: cucinare, sport, leggere. Date l’impressione che il mondo di Internet sia, sì, molto interessante, ma c’è molto di più. Ne trarrete beneficio tutti.

E voi che rapporto avete con Internet?

Photo Credit: freepik.com

Tata Emma

Milanese Doc! La nostra Tata Emma è una psicologa esperta di bambini e non solo...

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