Dopo tanti anni, magari anche dopo i figli, la relazione passa in secondo piano e a volte è difficile capire se si stia insieme per amore o abitudine. Come capire se un marito ti ama ancora?
Come capire se mio marito mi ama ancora? Ecco per voi una breve guida per comprendere se si sta insieme per amore o abitudine.
Se vi state chiedendo come capire se mio marito mi ama ancora non è necessariamente sintomo che la vostra relazione ha dei problemi importanti.
Anzi, che siate sposati o meno, che abbiate dei figli o meno in ogni relazione il momento in cui ci si chiede se i sentimenti sono sempre forti come un tempo è assolutamente fisiologico. Vi dirò di più… è normalissimo chiedersi se quello che proviamo noi è amore o abitudine.
Insomma, come ripeto spesso, capire i sentimenti è tutt’altro che facile. Se però, la nostra missione è avere un certificato che ci dia la certezza, forse è il caso che vi fermiate un attimo.
L’amore non è un oggetto. Non lo possiamo mettere in cassaforte per avere la sicurezza che stia sempre al suo posto. Per cui dovete prendere questa sfida con più calma e senza ansia. Accettando tutte le risposte che arriveranno anche quelle che non vi piacciono. Nascondere la testa sotto la sabbia, si sa, non fa mani bene.
Come lavorare su una relazione di lunga durata
Proprio per questo motivo, più che concentrarvi su come capire se mio marito mi ama ancora, dovreste concentrarvi sulla coppia. La vita di ogni giorno fatta di impegni, scadenze, rotture varie ha come conseguenza che la relazione venga messa da parte.
Ci si concentra su tutto il resto: il lavoro, la famiglia, i problemi vari che sulla sintonia e meno sulla coppia. E non parlo solo della sfera sessuale (leggi questo articolo se vuoi conoscere i segreti per riaccendere la passione!) ma anche proprio della relazione in sé.
Tante coppie, purtroppo, si dimenticano di ritagliare un momento solo per sé. In fondo non serve chissà cosa per coltivare la relazione. Ecco qualche esempio:
- Una cena senza i bambini
- Una pizza fuori in cui è bandita la parola “problemi”
- Una doccia insieme, per risparmiare acqua e tempo
- Una pausa pranzo condivisa
- Una semplice passeggiata
Quando si lavora in maniera costante sulla comunicazione della coppia è più difficile che si scada nella routine e che si inizi a passare in una fase in cui non si sa più se è amore o abitudine.
I segnali che l’amore di un marito sta finendo
Se, però, avete paura che ormai sia troppo tardi e volete scoprire se vostro marito è ancora innamorato di voi, esistono segnali che dovete assolutamente ascoltare.
Il confine tra amore e abitudine è molto più sottile di quello che ci piacerebbe pensare. Ecco i segnali che il vostro matrimonio potrebbe essere in crisi e che l’amore di vostro marito si sia affievolito o forse proprio scomparso:
- Calo del desiderio sessuale. Per quanto i momenti di stanchezza in una lunga relazione lunga siano fisiologici, fate sempre attenzione. Se per mesi e mesi lui non vi tocca o peggio vi respinge, le cose non vanno bene.
- Comportamenti anomali ripetuti nel tempo. Se vostro marito inizia a fare ripetutamente qualcosa che non ha mai fatto (giocare improvvisamente a calcetto 3 volte alla settimana dopo una vita passata sul divano) è il caso di fare attenzione perché potrebbe esserci qualcosa dietro.
- Disinteresse generale. Se vostro marito è apatico, non propone mai niente e l’unica cosa che gli genera emozioni è un gol della sua squadra del cuore, potrebbe esserci un problema. Fate caso a quanto si interessa a voi, alla vostra vita e al vostro lavoro. (Ma prima chiedetevi se non ci siano cause esterne che lo facciano essere stanco e stressato).
In presenza di uno di questi segnali – o peggio di tutti e tre – fermatevi. Chiedetevi se davvero siete pronte a scoprire se il vostro matrimonio è tenuto in piedi dall’amore o dall’abitudine, perché a volte non siamo pronte a ricevere risposte sgradite.
Scegliete la strada del dialogo e non nascondete la testa sotto la sabbia. Parlate al vostro compagno, perché la comunicazione è la base per un matrimonio sano e felice.
