La scuola prima la odi, poi ti manca. Fino a che la frequentiamo ogni giorno, viviamo nell’inconsapevolezza di quanto poi ci mancherà…
La scuola… prima la odi, poi ti manca… ma di certo avresti mai pensato che un giorno non troppo lontano, la scuola che hai tanto detestato, ti sarebbe mancata così profondamente.
Quando sei alunno, durante il tuo percorso scolastico, sei marchiato da una peculiare caratteristica distintiva: l’inconsapevolezza. La stessa inconsapevolezza che ti spinge a storcere il naso quando i grandi ti dicono “goditeli questi anni, che poi ti mancheranno!”, e tu risponderesti solo “ma ammazzati”.
L’inconsapevolezza obbligatoria!
Tale inconsapevolezza è obbligatoria, come il resto delle consuetudinarie norme scolastiche: entra in classe alle 8:00; porta la giustifica se fai un’assenza; fai i compiti; non uscire prima della campanella; sii inconsapevole. Succede che, appena varcata la soglia della classe, l’inconsapevolezza t’investe, di solito insieme a quella profonda disperazione che prende la forma di un grosso buco nero nello stomaco. E passeranno soltanto con la fine della scuola – l’inconsapevolezza e il buco.
Sarà nell’attimo esatto in cui lo scoccare del quinto anno designerà la tua venuta al mondo degli adulti, che l’inconsapevolezza diverrà rimpianto, poi dolore, poi nostalgia, poi rimorso… poi cresci e muori. Se solo l’avessi saputo…
Tante le cose che mancheranno…
Ripenserai all’ansia del fatidico primo giorno di scuola, a quell’inconfondibile smania di libertà che rapidamente si sbriciolava appena iniziato Settembre. E poi penserai a quello stesso desiderio di libertà, che ormai si sbriciola a Settembre, a Ottobre, a Novembre, a Dicembre, a Gennaio, a Febbraio, a Marzo, ad Aprile, a Maggio, a Giugno, a Luglio, ad Agosto così così.
Ripenserai alla noia di quelle tante ore bloccato in classe e ai tattici “prof. posso andare in bagno?”, pur di farti un giro in corridoio, abbastanza lungo da rientrare in classe alla fine dell’ora. E poi penserai a quanto vorresti farlo ancora, immaginandoti in fila alle poste da 90 minuti e “scusate impiegati delle poste, posso andare in bagno?”.
Ripenserai alle giustifiche, quando la voglia di studiare proprio zero e così sventavi fiero l’arma che tanto t’eri preservato: “prof., mi giustifico, mi è morto il gatto!”. E quanti gatti che morivano a scuola. E poi penserai a quanto ti mancano quelle giustifiche e desidereresti farlo ancora: “vita, io mi giustifico, mi è morta l’anima!”.
Anche quello che si odiava assumerà tutto un altro sapore!
Ripenserai alle assemblee d’istituto, che alla fine stava per: niente lezioni, due chiacchiere in aula magna, l’investitura del rappresentate d’istituto, e via, tutti al bar. E poi penserai che vorresti partecipare ancora, a quelle assemblee d’istituto, ma non ti resterà altro che radunare le tue personalità multiple e insieme votare per chi sia degna di regnare sulle altre, poi via, “tutte al bar, che la regina vi offre un caffè!”
Ripenserai anche ai compiti, tanto odiati, temuti, ignorati, rimandati e poi penserai a quanto vorresti, oggi, dover scrivere cinque frasi con i verbi transitivi, 5 intransitivi, 5 attivi, 5 passivi e ripetere bene pagina 162.
Così finirai a sfogliare con rimpianto i tuoi vecchi annuari, assaporando i ricordi custoditi tra quelle pagine piene di volti inconsapevoli. Troverai il tuo, lo osserverai con nostalgia, e finalmente la riconoscerai con chiarezza… l’inconsapevolezza. Quella che ti ha spinto a rinnegare la fortuna di quegli anni e a vestirti di merda credendo di essere alla moda!
La scuola: prima la odi, poi…? Qual è il vostro rapporto con gli anni scolastici? Per altri contenuti della nostra Fran Gingery potete visitare il suo sito Gingery oppure la sua pagina Instagram. Il consiglio è di non perdersi nemmeno un suo meraviglioso post!