Chi è Annabella Calabrese

La protagonista della nostra storia di oggi è un’attrice e una regista ma soprattutto una donna molto speciale perché usa la sua arte per parlare di violenza. Scopriamo insieme chi è Annabella Calabrese e parliamo del suo progetto Love is not enough.

Per la nostra rubrica Women Power vogliamo farvi scoprire chi è Annabella Calabrese e farvi conoscere il suo progetto Love is not enough. Come sempre il nostro intento è quello di raccontarvi storie di donne speciali che speriamo possano esservi di ispirazione.

In questi lunghi mesi abbiamo acceso la nostra luce su racconti molto diversi ma tutti speciali. Così come è particolarmente speciale è il lavoro di questa nostra Women Power!

In questo caso, però, nella storia di Annabella ci sono altre storie, quattro per la precisione. Donne che vengono da quattro parti diverse del mondo e che è giusto mettere in luce.

Annabella, infatti, è un’attrice ma anche autrice e regista. Nata a Bari e trasferita a Roma giovanissima per seguire il suo sogno e studiare recitazione. Sogno che oggi è realtà perché parliamo di un’attrice affermata che lavora sia al cinema, sia in televisione e soprattutto a teatro.

Io, però, non voglio svelarvi di più e vi lascio alle bellissime parole di Annabella!

Scopriamo insieme chi è Annabella Calabrese

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Photo Credit: Annabella Calabrese on Instagram

Ciao Annabella, benvenuta su MadeleineH.it e grazie per averci regalato un po’ del tuo tempo. Di te sappiamo che sei un’attrice di grande talento e che hai iniziato davvero giovanissima nella tua città natale Bari e che poi per studiare recitazione ti sei trasferita a Roma. Come è nata questa passione e come hai capito che la passione di una ragazza poteva diventare il tuo futuro e quando hai deciso che volevi fare proprio quello?

Grazie innanzitutto a voi per questo spazio. Sono molto legata emotivamente a questo progetto ed ogni aiuto per riuscire a diffondere la nostra campagna crowdfunding è fondamentale. Per questo vi sono sinceramente grata!

Per quanto riguarda me e la mia professione diciamo che ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui la creatività è sempre stata molto incoraggiata. Sono la prima di quattro figlie e spesso mia mamma per non averci tutte a casa insieme (povera!) mi faceva svolgere varie attività.

Immaginate che in un periodo particolarmente intenso la mia settimana prevedeva pianoforte, danza classica, pattinaggio artistico e basket… Un po’ impegnativo per una bambina di 7/8 anni, ma sicuramente questo spaziare tra le arti e le forme di espressione mi ha aiutata a trovare la mia strada e il mio modo di esprimermi attraverso il teatro e il cinema.

A solo quattordici anni ho incominciato per caso un corso professionale di recitazione al Teatro Abeliano di Bari e da allora è stato amore a prima vista. Ho deciso che quella sarebbe diventata la mia professione e dopo tanta fatica e studio così è stato.

Attrice ma non solo

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Nella tua carriera c’è tanto teatro ma anche cinema e televisione. C’è un progetto a cui hai lavorato al quale sei particolarmente affezionata e perché?

Sicuramente lo spettacolo “Ctrl z – Indietro di una mossa”, andato in scena a Gennaio 2022 al Teatro de’ Servi di Roma. Il testo è scritto e diretto da me e mio marito, Daniele Esposito, e parla di emancipazione femminile, un tema a me particolarmente caro, ma in chiave comedy e fantasy. Questa è sicuramente una delle ragioni per cui questo spettacolo rappresenta un pezzo di cuore.

Per quanto riguarda il cinema invece sono molto affezionata al film “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia e con Diego Abatantuono, Sandra Milo e Massimo Ghini. In quel film abbiamo trascorso davvero molto tempo insieme tra i vari elementi del cast, fino a diventare davvero una famiglia grazie alla guida di Denis che oltre ad essere un regista che stimo molto, nel tempo è diventato anche un grande amico.

Annabella, però, non sei solo una bravissima attrice ma anche una regista e una scrittrice. Come dicevamo nella tua presentazione stai lavorando a un progetto davvero bellissimo. Love is not enough è un cortometraggio che racconta 4 storie di amore e violenza del quale sei la regista. Ti va di raccontarci di più su questo progetto?

Love is not enough parla di quattro storie di amore e violenza che riguardano quattro donne in luoghi molto distanti tra loro: l’Italia, l’Argentina, l’Africa e la Gran Bretagna. Le storie sono liberamente ispirate a vicende realmente accadute e ogni personaggio ha uno stretto legame con la violenza, ma al tempo stesso ha sogni, speranze e amori.

Il cortometraggio è un viaggio nelle loro vite, nei loro ricordi, che si intrecciano tra di loro con soluzione di continuità, portando lo spettatore ad immedesimarsi in ciò che vivono e raccontano.

Annabella e il bellissimo progetto Love is not enough

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4 storie, 4 donne che vengono da angoli molto diversi del mondo, come è nata l’idea di parlare di violenza sulle donne da punti di vista tanto differenti.

L’idea del cortometraggio inizia dieci anni fa quando si susseguivano davanti ai miei occhi tantissime notizie di femminicidi in tutto il mondo:

  • Calciatrice uccisa perché gay
  • Uccisa e sepolta dal fidanzato perché incinta
  • Uccide moglie e figli e poi si suicida
  • Ragazza psicolabile violentata dal padre

Questi solo alcuni dei titoli di notiziari che avevano colpito la mia sensibilità. Titoli troppo numerosi, titoli che facevano male come pugnalate. Chi erano queste donne fuori dalla carta del giornale su cui queste notizie venivano riportate? Quali erano i loro sogni, i loro amori, le loro aspettative? Perché non se n’erano andate prima? Cosa le aveva portate a finire in quei titoli così drammatici?

È tutto questo che mi ha ispirato la scrittura di “Love is not enough” in cui narro vicende realmente accadute miste ad elementi di fantasia. L’intento è quello di ridare dignità a queste donne e alle loro vite, per parlare dei loro amori, dei loro sogni, per non ridurre tutto solo alla terribile violenza che le ha assassinate. Anche, però, e soprattutto per informare, per sensibilizzare e per aiutare a far capire alla società che la violenza non può e non deve essere la soluzione, che si deve reagire, si deve denunciare, affinché l’amore diventi abbastanza e sconfigga la violenza.

Come possiamo aiutarti e sostenere il progetto Love is not Enough?

Il cortometraggio ha ricevuto un finanziamento dal Ministero della Cultura che va purtroppo a coprire solo parte dei costi. Per riuscire a realizzarlo, dunque, abbiamo creato una campagna di crowdfunding visionabile a QUESTO link.

La campagna sarà ancora aperta per 30 giorni e ogni donazione, anche la più piccola, è importante. Vi saremmo, dunque, estremamente grati se voleste contribuire a questo piccolo, grande progetto di sensibilizzazione anche con una donazione minima.

Continuiamo a conoscere Annabella.

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Siamo anche noi convinte che parlare di queste storie sia necessario, allo stesso tempo, però, ci strazia il cuore. Cosa si dovrebbe fare secondo te per arginare il problema della violenza di genere? Ricordiamo che solo in Italia sono nei primi tre mesi del 2022 abbiamo avuto ben 12 femminicidi, senza contare gli episodi di violenza quotidiana molti dei quali non vengono nemmeno denunciati, quanta strada dobbiamo ancora fare per risolvere il problema?

Il problema a mio parere si risolve solo parlandone, sviscerandolo attraverso le arti. Bisogna raccontare che la violenza di genere è qualcosa che può capitare a tutte noi e ci riguarda. Riguarda noi donne, ma anche i figli che avremo un giorno, riguarda la nostra società.

Non è un caso che le storie che racconto siano ambientate in quattro luoghi molto lontani e diversi tra loro e che le protagoniste abbiano classi sociali molto diverse. La violenza di genere è ovunque. Per questo bisogna informare, raccontare le storie di quelle donne che non ce l’hanno fatta per aiutarne altre ad andare via prima. Allo tempo stesso, però, per radicare all’interno delle nostre culture l’idea che la donna ha il diritto di esprimersi e vivere liberamente, al pari dell’uomo.

Sono ancora troppi i casi in cui la donna è vista come un oggetto, come qualcosa che viene posseduto. È tempo che le cose cambino e questo possiamo farlo solo trattando questo importante argomento il più possibile.

Chiudiamo questa intervista in cui abbiamo scoperto chi è Annabella Calabrese, ringraziandoti ancora per essere stata con noi. Adesso è il momento della nostra classica domanda. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Subito dopo “Love is not enough” incomincerò le prove del Festival “Il giardino delle fiabe”, tre giornate di spettacoli itineranti ispirati alle fiabe di tradizione popolare italiana, previsto per fine agosto a Villa Carpegna a Roma. Oltre ad essere attrice e regista all’interno degli spettacoli, sono anche la direttrice artistica del Festival che è ormai alla sua terza annualità e mi riempie davvero di soddisfazioni.

Anche in questo caso lavoriamo molto sull’identità di genere: basti pensare che quasi tutte le eroine della tradizione popolare fiabesca italiana sono donne e questo ci permette anche di formare giovani bimbe coraggiose!

Grazie mille a voi per questo spazio e per il contributo che vorrete dare al nostro progetto!

Annabella Calabrese

Madeleine

Madeleine H., nata a Roma nel 1982, vive con il marito e i due figli Penelope e Ciro a Napoli. È autrice di diversi manuali di consigli d'amore tra cui i popolarissimi Il Metodo e Sos Ex e di diversi romanzi Chick Lit.

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