Con una sentenza che fa molto discutere, la Corte Suprema degli Stati Uniti cancella il diritto di aborto, delegando la possibilità a ogni singolo stato federale di legiferare in materia. Se questa è la situazione dell’aborto negli USA – cosa cambia da noi?
Aborto USA cosa cambia e come dopo la sentenza della Corte Suprema e perché è davvero importante parlarne.
L’aborto in tutti gli Stati Uniti è diventato legale a partire dal 1973, con la storica sentenza “Roe v. Wade”, che fu poi annullata dalla Corte Suprema, che con 6 voti favorevoli e 3 contrari ha deciso che nella Costituzione non viene conferito il Diritto all’aborto.
Dal 25 giugno, infatti, i singoli Stati Federali potranno legiferare in materia in modo indipendente ed è già prevedibile che gli Stati più conservatori daranno una stretta sull’aborto, in alcuni casi drastica.
Texas e Missouri hanno già dichiarato l’aborto illegale e, secondo gli analisti, nell’arco di qualche mese la possibilità di abortire sarà negata – o fortemente limitata – nella metà degli Stati americani.
Aborto e diritti…

Abbiamo deciso di affrontare questo tema nella rubrica Women Power (clicca QUI per leggere gli altri articoli), perché siamo estremamente convinte che l’aborto sia uno dei diritti fondamentali di tutte le donne.
A prescindere da come la si pensi, infatti, l’aborto garantisce la libertà di scegliere per il nostro corpo. Dovremmo essere noi donne e nessun altro a scegliere se proseguire con una gravidanza indesideratao meno.
Non dovrebbe essere la legge a scegliere per noi.
Senza contare che nel caso in cui la legge sia estremamente restrittiva sussiste un reale rischio per la salute delle donne.
Vi faccio qualche esempio, tra cronaca recente e meno recente.
Giusto qualche giorno fa una coppia americana in vacanza a Malta ha denunciato come l’impossibilità di abortire sull’isola stesse portando alla morte la donna. Lei era incinta di qualche mese, ma stava abortendo naturalmente. Nessun medico, però, ha voluto operarla, per cui lei ha dovuto partire per la Spagna dove le hanno di fatto salvato la vita.
In Argentina, invece, l’aborto è vietato salvo in casi di stupro o di pericolo di vita della donna. Di fatto, però, nel 2019 è stato impedito a una bimba di 11 anni di interrompere la gravidanza. La piccola era rimasta incinta a seguito di ripetute violenze sessuali da parte del compagno della nonna – di interrompere la gravidanza. Si è dovuto provvedere a un cesareo d’urgenza che ha portato comunque alla morte del piccolo e a traumi inimmaginabili per la giovanissima.
Il dibattito sull’aborto
La sentenza della Corte Suprema americana, di fatto, ha riportato l’attenzione mediatica sul dibattito in proposito dell’aborto. Da un lato le associazioni pro vita, la Chiesa Cattolica e quanti ritengano l’embrione sia una vita.
Dall’altro, invece, le associazioni, gli attivisti, le femministe e non solo, che rivendicano il diritto delle donne di poter scegliere liberamente per il proprio corpo.
Un dibattito che accende gli animi e inevitabilmente scuote le coscienze.
Io sono convita, però, che a prescindere da tutto bisognerebbe sempre ricordarsi che le nostre scelte personali e le tutele dello stato dovrebbero seguire binari diversi.
Come individuo e come donna posso essere contraria all’aborto per me stessa.
Posso scegliere di portare avanti una gravidanza non desiderata, di avere un bambino anche se questo bambino è arrivato a seguito di uno stupro, o anche se ha patologie genetiche gravissime. Oppure no…
Io credo che quando parliamo di aborto parliamo sempre in primis del corpo di ognuna di noi. E con il proprio corpo, ognuna di noi, dovrebbe essere libera di fare le sue scelte personali secondo coscienza e nel rispetto della salute di madre e feto.
Di fatto cancellare il nostro diritto di scelta è cancellare i nostri diritti… non dovremmo dimenticarlo mai.