Che cos’è l’amore secondo la psicologia?

L’amore secondo la psicologia è un fenomeno molto complesso. Emozioni, inconscio e chimica collaborano insieme per farci sentire più “vivi”.

Come si spiega l’amore secondo la psicologia? Nonostante ogni giorno sia possibile incontrare persone con caratteristiche e gusti affini ai nostri, perché non ci innamoriamo di tutti? Quali sono i fattori chimici e psicologici che provocano questo incantesimo? Vediamoli da vicino.

La chimica dell’amore

la chimica dell'amore

  1. La dopamina = con te sto bene. Si tratta di una sostanza chimica in stretta relazione con il piacere e la sensazione di euforia. È un neurotrasmettitore che si associa a un sistema di ricompensa molto potente.
    La dopamina è in grado di farci sperimentare la persistente necessità di stare insieme a una persona, perché la sua vicinanza si manifesta sotto forma di piacere e benessere fisico.
  2. Noradrenalina = farfalle nello stomaco. Spesso quando ci attrae una persona, in sua presenza avvertiamo sensazioni intense, contraddittorie a volte incontrollabili. Ci sudano le mani, mangiamo meno del solito, dormiamo quasi per niente, pensiamo con meno lucidità. La noradrenalina stimola la produzione dell’adrenalina. Quando questa si attiva, siamo pervasi da forte allegria, entusiasmo e una certa frenesia che può diminuire l’appetito e il sonno.
  3. Feniletilammina = WOW! Quando siamo innamorati, la feniletilammina ci domina. È un elemento affine alle anfetamine, un intensificatore di emozioni. Insieme alla dopamina e alla serotonina costituisce la ricetta perfetta per un amore da favola.
  4. Serotonina = felicità allo stato puro. Improvvisamente, ci rendiamo conto che al fianco di una persona sperimentiamo una felicità più intensa. Sentiamo di voler investire le nostre forze e impegnarci nella relazione per preservare questo stato emotivo positivo. Quando le cose vanno bene la serotonina dà benessere, regala ottimismo, buon umore, soddisfazione. Tuttavia, se sentiamo che l’altra persona si allontana, i livelli di serotonina possono cadere giù in picchiata.
  5. Ossitocina = tengo a te. In combinazione con la serotonina, questo ormone determina il consolidamento del legame. È il momento in cui sperimentiamo il bisogno di prenderci cura della persona amata. Lo stesso ormone entra in gioco nel rapporto madre-figlio già dopo pochi istanti dalla nascita. Quanto maggiore è il contatto fisico, tanto più il cervello libera ossitocina.
  6. Vasopressina = sei mio/mia. Durante l’orgasmo viene rilasciato un altro importante ormone: la vasopressina. Oltre a dare una preziosa sensazione di appagamento e relax, è anche responsabile della “territorialità”. La gelosia è infatti dovuta a questo ormone, responsabile del bisogno di fedeltà e monogamia.

L’amore secondo la psicologia: la teoria di Sternberg

amore triangolo Sternberg

L’ innamoramento non si spiega solo da un punto di vista neurochimico. E l’attrazione non è il semplice risultato di una formula. L’amore secondo la psicologia normalmente inizia con la ricerca di un partner che abbia caratteristiche a noi familiari. Ci innamoriamo molto spesso di uno stereotipo che risulta più adatto a noi.

Lo psicologo Robert Sternberg ha elaborato un’interessante teoria sulle possibili configurazioni dell’amore. La sua teoria suggerisce che le persone possano avere diversi gradi di intimità, passione e impegno in ogni momento.

Secondo Sternberg, l’amore è composto da tre elementi:

  1. Intimità (vicinanza, connessione e legame)
  2. Passione (attrazione fisica, romanticismo e sfera sessuale)
  3. Decisione / Impegno (desiderio di rimanere con qualcuno e avere obiettivi condivisi)

Tali componenti interagiscono combinandosi tra loro. Da tale combinazione si originano sette tipi di esperienze d’amore (che possono anche variare nel corso di una relazione).

  1. Amicizia. In questa forma di “amore” è presente l’intimità o la componente di piacere, ma mancano i sentimenti di passione o impegno nel senso romantico.
  2. Infatuazione. Coinvolge solo la dimensione della passione, ossia vi è un’idealizzazione dell’altro più che una e vera e propria conoscenza. Le altre forme di amore possono eventualmente svilupparsi dopo la fase di infatuazione, oppure no.
  3. Amore vuoto. C’è impegno, ma senza passione o intimità. Può essere la deriva di un grande amore, oppure il suo inizio. Per esempio, un matrimonio combinato può iniziare vuoto ma prosperare nel tempo.
  4. Amore romantico. L’amore romantico lega le persone attraverso l’intimità e la passione fisica. I partner in questo tipo di relazione hanno conversazioni profonde che li aiutano a conoscere i dettagli intimi l’uno dell’altro. Godono di una passione e un affetto sessuale.
  5. Amore complementare. È un tipo di amore intimo, ma non passionale. La componente di intimità o simpatia e la componente di impegno del triangolo costituiscono l’amore compagno. È più forte dell’amicizia perché c’è un impegno a lungo termine, ma il desiderio sessuale è minimo o inesistente. Questo si trova spesso nei matrimoni in cui la passione è morta, ma la coppia continua ad avere un profondo affetto o un forte legame.
  6. Amore fatuo. In questo tipo di amore, l’impegno e la passione sono presenti mentre l’intimità o il piacere sono assenti. È caratterizzato da un corteggiamento vorticoso e da un’unione passionale ma non intima.
  7. Amore consumato. È la forma totale dell’amore. Rappresenta una relazione ideale. Questa tipologia ha in sé tutte e tre le componenti in equilibrio. Per questo è anche il più difficile da mantenere.

In conclusione

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L’amore secondo la psicologia si basa sull’accettazione e rispetto dell’altro senza limiti nel dare e nel ricevere e senza aspettative. Solo così la relazione sarà duratura e appagante.

Ogni storia può trasformarsi nel corso del tempo, ma solo l’impegno e il lavoro costante della coppia possono portare l’amore sulla direttrice dell’amore perfetto.

Eva Iori

evaiori@hotmail.it

Eva Iori, nata a Roma  è una psicologa appassionata del funzionamento della psiche che da sempre si è interessata alle problematiche femminili,  e "all'archeologia dell'anima"

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