Come prepararci alla fase due

Il 4 maggio è davvero dietro l’angolo e tutti noi ci stiamo più o meno facendo la stessa domanda: Come prepararci alla fase due.

La domanda che ci stiamo facendo è una per tutti: come prepararci alla fase due. Nonostante la situazione sia ancora critica, le istituzioni iniziano a farci intravedere l’arrivo di un graduale ritorno alla normalità. Questa notizia è sicuramente positiva, ma i sentimenti a riguardo sono contrastanti.

Cosa succederà?

Cosa faremo?

Come si gestiranno le informazioni con i bambini?

Queste sono solo alcune delle domande che ci faremo da qui al 4 maggio. Anche se non si può dare una risposta certa, è sicuramente importante iniziare a rifletterci. Ecco, quindi, una serie di consigli su come prepararsi alla fase due di questa quarantena.

Continuare ad ascoltare solo le fonti ufficiali.

Come-prepararci-alla-fase-due
Poiché già la situazione è delicata, cerchiamo il più possibile di affidarci alle informazioni che ci arrivano da fonti autorevoli.

Ci raccomandiamo istituzioni, divulgatori, organi di competenza) e, se abbiamo un dubbio, cerchiamo conferma su siti ufficiali.

Non divulghiamo notizie di cui non siamo certi.

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Come prepararci alla fase due? Iniziamo a essere anche noi responsabili! Chiunque abbia i social ha una responsabilità.

Basta un secondo per condividere una notizia, ma decisamente più tempo per tornare indietro se quello che si condivide si rivela falso. C’è già molta tensione nell’aria, cerchiamo di evitare di diffondere notizie che possono solo creare il panico!!!!

Parliamo chiaro ai bambini, imparando a dire “non lo so”.

Mamma-e-Figlia
Allentando le misure aumenteranno le possibilità di movimento, ma probabilmente aumenteranno anche i dubbi. Come sempre è importante essere più chiari possibili con i vostri figli, soprattutto essere chiari quando si tratta di dire “Non lo so”.

È meglio dire la verità, dimostrando anche di non essere infallibili, che raccontare una bugia che rischia di rivelarsi e far sentire i bambini ancora più sfiduciati. Anche in questo caso: usate le fonti ufficiali, ve ne abbiamo suggerite alcune nel post a inizio quarantena.

Cercate di accettare i momenti di sconforto, vostri e degli altri.

Bambino-che-piange
La fase due probabilmente darà delle risposte ad alcune domande che ci facciamo tutti. La prima, forse è: “Possiamo andare in vacanza? E se sì, dove?”. Molte famiglie le vacanze le avevano prenotate (si sa, con i figli piccoli ci si muove per tempo) e alcuni di noi avevano già versato la caparra per qualche viaggio verso una meta esotica.

Invece ci ritroveremo, probabilmente, a fare i conti con rimborsi e ri-pianificazioni. Essere tristi o arrabbiati è più che lecito e lo sarà anche per i nostri figli. Cerchiamo di mantenere la calma, ma anche di accettare i sentimenti negativi. Dobbiamo digerirli bene, prima di trovare soluzioni alternative.

Fate progetti a breve termine e concentratevi sulle piccole cose.

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Cercate di impegnare la testa pensando a piccole cose che possano rendervi contenti. Quando avremo notizie più certe stilate una lista delle cose –che si possono fare- che vorreste fare, coinvolgendo anche i bambini.

Vale tutto, compreso il lavoro (chi ha bambini in età prescolare sa bene che anche lavorare può essere un momento per “staccare”). Il rientro alla normalità sarà graduale e per questo dobbiamo prepararci mentalmente partendo dalle cose che ci fanno sentire bene.

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