Fa discutere la decisione di un ristorante americano di vietare l’accesso ai bambini, perché disturbano troppo gli altri clienti.
In questi giorni sta impazzando la notizia che il Caruso’s, un ristorante italiano di una cittadina del North Carolina, dopo aver messo il divieto di accesso ai bambini, nonostante le lamentele dei genitori e le minacce, alla fine abbia visto innalzarsi il numero delle prenotazioni. Pasquale Caruso ha spiegato la sua decisione raccontando di scenari da incubo in cui bambini senza nessun controllo lanciavano cibo, scorrazzavano liberi tra i tavoli, infastidivano gli altri avventori del locale, il tutto nell’indifferenza completa dei genitori.
Anche in Italia qualche tempo fa un ristorante romano ha preso la stessa decisione, tra l’indignazione di molti clienti e il plauso di altri, troppo stanchi di dover cenare accanto a orde di bambini urlanti e disturbati in continuazione da pargoli che corrono indisturbati tra un tavolo e l’altro.

Al di là delle critiche e delle polemiche che certe decisioni estreme possono suscitare, sicuramente c’è bisogno di un’attenta riflessione sul tema bambini al ristorante, ma ancora più profonda sul tipo di educazione che stiamo dando ai nostri figli.
Sono diventata mamma a trentaquattro anni, prima di allora mi sono trovata spesso a ristorante a storcere il naso quando accanto a me si trovavano bambini urlanti e senza controllo. Certo sono bambini, mica soldatini, ma dove finisci la libertà dei bambini di esprimersi in assoluta libertà e inizia quella di godersi un pranzo o una cena in santa pace?
Quando ci sono i bambini al ristorante qual è il confine tra lo loro libertà di esprimersi e quella degli altri di godersi un paio d’ore in pace?
Come per la maggior parte delle questioni che hanno a che fare con i nostri figli, anche per quella bambini al ristorante ci vuole solo un po’ di sano buon senso. Quando torno a Roma c’è un posto che amo particolarmente, perché è all’interno di una grande piazza con tanti alberi e dove le macchine non possono passare, per cui i bambini possono scorrazzare felici e in sicurezza, mentre i genitori si bevono un bicchiere di vino in tranquillità.
Mi è capitato di essere là lo scorso venerdì a godermi un aperitivo con un’amica – senza figlia, che era a casa con il papà – e non mi disturbavano i bambini che giocavano nella piazzetta. Fino a quando non mi è arrivata una pallonata addosso, rischiando di far cadere la nostra bottiglia di vino con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. La cosa che mi ha più stupito, però, è stata l’assoluta indifferenza dei genitori seduti al tavolo affianco che non si sono scomodati né di chiedere scusa né di far notare ai bambini che potevano giocare tranquillamente un po’ più in là senza dare fastidio (ingrato compito che è spettato al proprietario).

Per fortuna eravamo all’aperto e dopo un minuto di panico tutto è filato liscio, ma altre volte al chiuso ho assistito a situazioni assurde, il tutto senza che i genitori alzassero un dito. Anzi, spesso ho visto ristoratori imbarazzatissimi chiedere ai genitori di tenere i loro figli più buoni e ottenere per tutta risposta un’alzata di spalle e un semplice Eh sono bambini, che si può fare.
Dall’altro lato ci sono sempre più ristoranti che si stanno organizzando per i bambini, con servizi di animazione e sale per giocare, bellissimo, certo, ma non avete anche voi l’impressione che si stiano ghettizzando i bambini, perché noi genitori siamo incapaci di educarli a restare seduti a ristorante divertendosi senza necessariamente rovinare il pasto a chi ci siede accanto!
E voi come vi regolate con i bambini al ristorante?
Photo Credit: FreePik.com