Come ogni mamma spero che la mia piccola Penelope sia sempre serena, non pianga, mangi il giusto (se ha troppa fame ci preoccupiamo, se non ha fame ci preoccupiamo lo stesso) faccia la giusta dose di cacca giornaliera, dorma e soprattutto goda sempre di ottima salute. Per fortuna la mia bimba è nata a maggio, un periodo dell’anno dal clima perfetto e non ha fratelli o sorelle maggiori pronti a contagiarla con i primi batteri che passano.
È successo, però, che ad ammalarmi sia stata io e che mi sia venuto un tremendo raffreddore, come sempre al primo caldo e alla prima aria condizionata il naso mi inizia a colare che è una meraviglia e nonostante tutte le mille attenzioni e precauzioni, anche mia figlia ha iniziato ad avere i muchetti e il naso chiuso e a starnutire.
PANICO.
Per quanto una nuova mamma pensa di essere pronta a tutto, niente la sconvolge di più della prima “malattia” – perdonatemi l’uso improprio di questo termine – del suo cucciolo. Ovviamente tutto questo è successo alle quattro e mezza del mattino, ora in cui la mia pediatra dorme – beata lei – sonni sereni. Per questo, dopo il terrore iniziale, io e mio marito ci siamo subito attivati e abbiamo trovato un tira muchi – comprato da me al quinto mese di gravidanza, perché non si sa mai – il termometro a infrarossi – comprato da me qualche giorno dopo l’arrivo della bambina, perché non si sa mai – e letto tutto il leggibile sui neonati col raffreddore che abbiamo trovato su Internet.
Io non so quante di voi abbiano il termometro a infrarossi, ma il nostro è capace di segnare ottanta temperature diverse in altrettante misurazioni. Tipo che a Penelope segnava 37,9 – io in due secondi ero già pronta per portarla al pronto soccorso pediatrico, lo ammetto – a me 35,3 e a mio marito 36,5. Insomma non proprio rassicurante. Per cui alla fine, prima di capire come funzionasse, abbiamo usato il caro vecchio metodo della mano sulla fronte stabilendo che sì era calda, ma che non c’era da preoccuparsi perché non scottava.
Ho scoperto anche che sul tira muchi ci sono pareri discordanti – non tutti lo consigliano, anzi, alcuni pediatri (tra cui la mia) sono contrarissimi – e che è sempre meglio fare ai bimbi dei lavaggi nasali con uno spray. Un’altro suggerimento importantissimo che ho letto in rete è quello di monitorare la fame del bimbo e soprattutto il modo in cui tira il latte e per fortuna mia figlia succhiava che era una bellezza come sempre, mi sa che per farle passare la fame ci vuole di più di un po’ di raffreddore.
Fatto sta che dopo il terrore iniziale siamo riusciti a controllare la situazione a a gestire anche il primo raffreddore della piccola, che per fortuna era senza febbre – al ventordicesimo tentativo abbiamo capito come si usava quel cavolo di termometro – e ora sta decisamente meglio.
E voi come avete affrontato il primo raffreddore dei vostri neonati?