Una credenza molto diffusa è che i bambini piccoli non possano capire. Che gli fai a fare la festa per il primo compleanno, tanto non capisce. Vabbé abbiamo litigato davanti al bambino, è piccolo non capisce. Che facciamo a fare un viaggio adesso, è troppo piccolo, non si ricorderebbe niente. E cosa simili.
Io non ho mai pensato la stessa cosa, non perché sia più brava, ma per il semplice motivo che mi sono sempre chiesta Quando i bambini iniziano a capire? Vi faccio l’esempio del leggere le favole in gravidanza. Ho iniziato non appena ho scoperto di essere incinta, mentre in molti mi dicevano che ero esagerata e io ho sempre risposto che non sapevo quale sarebbe stato il giorno in cui la bambina avrebbe iniziato ad ascoltare la mia voce, così ho iniziato da subito.

La domanda che mi pongo, infatti, è come facciamo noi a capire quando è il momento preciso in cui i bambini iniziano ad avere piena coscienza di quello che li circonda?
Per questo motivo sin da quando Penelope era molto piccola, mi sono sempre impegnata a cercare di trasmetterle emozioni positive e a comportarmi con lei con naturalezza, non trattandola come un’essere incapace di comprendere cosa c’è intorno a lei.
Oggi a supporto della mia teoria, ho una delle mia letture preferite da mamma. Mi riferisco al libro I bambini devono fare da soli, senza mai sentirsi soli (che potete acquistare cliccando QUI) in cui le autrici Elisabetta Rossini ed Elena Urso lo dicono chiaramente.
I bambini non sono mai troppo piccoli per capire. Dobbiamo solo trovare noi i modi adatti per comunicare con loro fin dalla nascita. Non capiranno le parole, ma i sorrisi i suoni e gli abbracci.
E così il ruolo di noi genitori è quello di imparare a comunicare con i nostri figli trovando il giusto linguaggio, rendendoci conto che loro sono creature perfette e che capiscono molto di più di quello che noi pensiamo. I bambini, anche molto piccoli, avvertono tutto quello che li circonda ed è nostro dovere far arrivare loro le sensazioni giuste.

E voi che ne pensate?