Cos’è la Philofobia e come riconoscerla

Trovare l’amore e lasciarsi andare non è mai semplice. Sia per gli uomini sia per le donne può capitare di bloccarsi davanti a un legame serio. Cerchiamo di capirne di più. Cos’è la Philofobia e come riconoscerla!

La paura di lasciarsi andare e di costruire un legame duraturo ha un nome: cos’è la philofobia?  Partiamo dalla definizione. Dal greco “philos” (amore) “fobia” (fobia) , può essere meglio definita come paura di amare o di innamorarsi, questa, impedisce alla persona che la prova di instaurare relazioni sentimentali stabili, nonostante i sentimenti per l’altra persona. I sintomi ad essa associati sono quelli tipici dell’ansia (se volete recuperare tutti i nostri articoli sul tema cliccate QUI).

È spesso accompagnata da reazioni fisiche e psicosomatiche come dispnea, sudore eccessivo, nausea, tachicardia, agitazione. Nei casi in cui essa superi una certa soglia può portare anche all’attacco di panico.

Questo genere di paura può subentrare nel momento in cui in una relazione, si percepisce il sentore di un sentimento che lascia disorientati e non si è pronti a perdere il controllo. Il coinvolgimento affettivo e le emozioni ad esso associate quindi, sono vissuti come una minacce con la conseguente messa in atto di comportamenti difensivi più o meno inconsci.

Uno di questi è l’evitamento.

cose-la-philofobia
A seguito di un breve periodo di coinvolgimento da parte di entrambi i partner, infatti, avviene un improvviso allontanamento di uno dei due senza che sia accaduto qualcosa di specifico. Ecco qua che con un crescente distacco emotivo, un dimostrato disinteresse, nel tempo si riducono i contatti fino alla fuga con la conseguente messa a termine della relazione.

Altro tipo di difesa è la razionalizzazione. La persona è portata a dare all’altro una spiegazione di tipo coerente dal punto di vista logico, o moralmente accettabile per esempio ad un’azione, o ad un sentimento, di cui non sono percepiti i veri motivi (per esempio: non poteva andare perché era il momento sbagliato) riversando così le cause del fallimento all’altra persona o alla situazione.

Parliamo di difese inconsce anche se, in alcune persone questa paura è riconosciuta a livello personale e causa sofferenza ma nonostante ciò non riescono a superare le loro resistenze.

Philofobia e ansia sociale

se-hai-paura-di-non-essere-abbastanza
Le persone che temono il coinvolgimento affettivo possono in alcuni casi soffrire anche di ansia sociale e quindi avere periodi di allontanamento dagli amici e dai parenti, seppur possiamo ritrovare tra i philofobici anche persone socialmente integrate e realizzate in ambito lavorativo che scelgono in modo più o meno razionale di intraprendere relazioni “poco impegnative” o “storie complicate” così da evitare un intenso coinvolgimento emotivo.

Il timore di chi sfugge alle relazioni che veicolano emozioni forti nasce dal terrore che nell’affidarsi all’altro si possa perdere l’immagine certa e sicura di sé.

Ad esempio gli uomini hanno molta più paura di amare rispetto alle donne. Spesso, avvertono l’innamoramento come una minaccia insostenibile alla loro “integrità virile”.

L’amore mette di fronte all’incompleti, alla mancanza, e alla dipendenza dall’altro ossia la donna che si vorrebbe amare. Quindi gli atteggiamenti sarcastici, sprezzanti e aggressivi con le donne che gli uomini amano sono spiegabili in questo contesto come una sorta di compensazione a tale “mancanza” il cui desiderio li espone.

Cos’è la Philofobia secondo Freud

sigmund_freud
A proposto dell’approfondimento su cos’è la Philofobia Freud nel 1912 in “Degradazione della vita amorosa” affermava:

La vita amorosa di tali individui rimane scissa in due direzioni, quelle che l’arte ha personificato come amor sacro e amor profano (o animale). Dove amano non provano desiderio, e dove lo provano non possono amare. Ricercano oggetti che non hanno bisogno di amare per tener lontana la loro sensualità dagli oggetti amati… Al fine di prevenire tale disturbo, il principale mezzo di cui ci si serve in questa scissione della propria vita amorosa, consiste nella degradazione psichica dell’oggetto sessuale, mentre la sopravvalutazione che ad esso spetta normalmente viene riservata all’oggetto incestuoso o ai suoi sostituti. Appena è adempiuta la condizione, ossia l’oggetto è stato degradato, la sessualità può manifestarsi liberamente, sviluppando prestazioni sessuali notevoli e un alto grado di piacere. A questo risultato contribuisce un’altra circostanza.

Queste persone, nelle quali la corrente di tenerezza e quella sensuale non sono confluite come si deve, hanno anche perlopiù una vita amorosa poco raffinata; si sono conservate in loro mete sessuali perverse, il cui mancato appagamento viene sentito come una non indifferente perdita di piacere, e il cui appagamento appare invece possibile soltanto con un oggetto sessuale degradato e spregiato .

Secondo Freud quindi, l’adolescente è guidato da una forte spinta all’individuazione e attribuisce un nuovo valore alla gratificazione genitale. Purtroppo, nella filofobia, il complesso edipico (l’ostilità che un figlio prova inconsciamente per il padre dovuto all’attrazione per la madre e viceversa per le femmine) non viene rielaborato verso nuove mete sessuali esterne alla famiglia.

Qualsiasi partner verrà percepito come una possibile relazione incestuosa. Infatti, gli impulsi sessuali nei confronti del partner non sono accettati per via della sensazione di “incesto”.

Come amano le persone affette da philofobia?

cose-la-philofobia
Tendenzialmente, queste persone preferiscono amare coloro che non desiderano sessualmente.

In alternativa, un altro scenario è quello di preferire un partner impossibile da conquistare e fortemente idealizzato. In questo modo, la sessualità e l’amore restano sempre separati.

Per questo spesso gli uomini scelgono donne che non amano rispetto a quelle da cui sono coinvolti.

Nelle donne paura principale è quella di soffrire. Questo soprattutto quando identificano l’uomo come un essere insensibile e traditore a causa di traumi passati. Ogni donna sa che ci si può sentire tradita solo in quelle relazioni in cui si è sperimentata la fiducia e la vicinanza con il partner. La spinta a fuggire quindi compare quando si avverte un sentimento di fiducia. Si agisce così per prima un abbandono onde evitare di sentirsi tradite e abbandonate per mano di un altro.

In entrambi i casi ovviamente abbiamo persone incapaci di condividere le proprie emozioni e di includere nella propria vita una relazione coltivandola. Parliamo di persone che fuggono da loro stesse. È proprio attraverso la relazione d’amore che si incontra se stessi nell’altro e grazie all’altro.“Quindi il coraggio o la paura di aprirsi (all’altro) esprimono il coraggio o la paura di conoscere intimamente se stessi”Aldo Carotenuto (1987).

Bibliografia

leggere-libri

  • Carotenuto A. (1987) Eros e Pathos. Bompiani Editore

  • Freud S. (1912) Sull’universale degradazione della vita amorosa, in La vita sessuale. OSF vol. 6. Boringhieri, Torino

Eva Iori

evaiori@hotmail.it

Eva Iori, nata a Roma  è una psicologa appassionata del funzionamento della psiche che da sempre si è interessata alle problematiche femminili,  e "all'archeologia dell'anima"

Ancora nessun commento

Rispondi

La tua email non sarà mostrata.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.