Dipendenza affettiva: quando non è amore

Che cosa significa “dipendenza affettiva”? Essere dipendenti da una persona non significa amarla davvero.

La dipendenza affettiva è una condizione patologica in cui una relazione è vissuta come indispensabile per la propria esistenza. Le dipendenze affettive possono riguardare qualsiasi relazione in qualsiasi ambito della vita (amicizia, famiglia, lavoro), ma è nella coppia che possono fare i danni peggiori.

La dipendenza affettiva è una modalità disfunzionale e dannosa di relazionarsi all’altro. È una forma di legame nella quale si ricerca la fusione con l’altro, fino a determinare la perdita dell’Io. In questo genere di rapporti, l’autonomia e la libertà personale si riducono progressivamente fino ad annullarsi.

A ciò si aggiunge spesso una compromissione delle capacità critiche e dell’esame di realtà della persona. Si arriva perfino a mentire o negare l’evidenza, pur di mantenere il legame. L’esempio classico è: non mi ha picchiata.

Dipendenza affettiva vs Amore sano

dipendenza affettiva o amore sano
Nella fase dell’innamoramento, una certa misura di dipendenza è del tutto naturale (se non sai in quale fase dell’amore ti trovi… leggi questo articolo!). Batticuore, pensieri ricorrenti, un check al volo per vedere se l’altro è su Whatsapp… fanno parte del gioco da entrambe le parti.

Quando si è dipendenti, invece, la relazione è squilibrata.

L’amore sano si basa su un clima di supporto e fiducia reciproca. La dipendenza sana comprende la possibilità di fare affidamento sull’altra persona, di sentirsi al sicuro con lei/lui/loro. Una dipendenza sana comporta l’accettazione dei vincoli del legame, ma al contempo la capacità di tollerare la mancanza e l’attesa dell’altro. Ci si percepisce come soggetti separati, dove i confini vengono rispettati e ciascuno può conservare l’autonomia individuale.

Nella dipendenza affettiva, invece, si trovano analogie piuttosto evidenti con le dipendenze dalle sostanze stupefacenti.  Il soggetto dipendente tende a star bene solo quando è in presenza della persona amata, come fosse alcool o droga. Sente un costante desiderio, lo ricerca in continuazione e non riesce ad avere in mente nient’altro.

Quando sei dipendente da una persona, come in qualsiasi altra dipendenza, questa non basta mai.

L’assenza di attenzioni, o peggio la distanza fisica, possono generare vere e proprie crisi di astinenza. Accompagnate da sintomi fisici e psicologici che determinano una grande sofferenza.

L’origine della dipendenza

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La dipendenza affettiva ha origine nel rapporto che abbiamo avuto con i nostri genitori. Nelle persone dipendenti manca l’esperienza di un amore incondizionato durante l’infanzia. La figura di accudimento primaria non è riuscita a far sentire il bambino amato, sostenuto e nutrito emotivamente, lasciando i suoi bisogni insoddisfatti.

Queste persone, una volta adulte, ostentano autonomia e indipendenza ma hanno, invece, bisogno di aggrapparsi agli altri per stare bene.

Nella vita di coppia i soggetti dipendenti tendono inconsciamente a replicare con il partner una dinamica simile a quella vissuta con i genitori. Provano così a colmare le proprie carenze affettive e scongiurare abbandono o rifiuto, tramite il controllo o la dedizione completa.

Per poter curare un rapporto di dipendenza affettiva è spesso necessario chiedere aiuto ad un professionista. È infatti fondamentale lavorare prima su se stessi e sulle proprie dinamiche, riconoscere i propri schemi relazionali antichi e combattere la propria resistenza al cambiamento. Questo, allo scopo di preparare il terreno emotivo per la separazione fino a sentirsi forti e pronti.

Eva Iori

evaiori@hotmail.it

Eva Iori, nata a Roma  è una psicologa appassionata del funzionamento della psiche che da sempre si è interessata alle problematiche femminili,  e "all'archeologia dell'anima"

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