Il primo amore non si scorda mai davvero o è solo un modo di dire? Scopriamolo insieme!
Secondo voi che il primo amore non si scorda mai è vero o è solo un vecchio modo di dire?
Diciamo subito una cosa: i ricordi fanno parte della nostra esistenza, in qualche modo la definiscono. Anche se ogni giorno ne acquisiamo di nuovi attraverso le esperienze che facciamo, ci sono momenti così potenti e memorabili che, non si possono dimenticare.
Il primo amore, ne è un esempio.
Il primo amore non si scorda mai, da sempre lo abbiamo sentito dire. Ma è realmente così? Perché? Ed è giusto? Scopriamolo insieme.
L’ancoraggio
Come tutte le nuove esperienze, il primo amore, attiva precise reazioni neuronali in grado di creare nuovi circuiti nel nostro cervello. Questi determinano una sorta di ancoraggio nella nostra mente, un’associazione tra una sensazione fisica ed una risposta interna.
Ogni qualvolta rievocherà, ad esempio, l’immagine della persona che ha rappresentato lo stimolo, rientrerà nello stesso stato d’animo di allora. Il tutto si enfatizza perché se si pensa che il primo amore è solitamente accompagnato da altre prime volte.
In uno studio della Stony Brook University di New York, si è dimostrato come il primo forte sentimento amoroso provochi delle reazioni nel cervello diverse rispetto a quelle che si scatenano negli amori successivi.
Si è scoperto che mentre i partecipanti guardavano la foto della prima persona di cui si sono innamorati, si attivavano le stesse aree cerebrali che regolano i meccanismi della dipendenza.
Se l’amore era stato passionale, si attivavano aree che regolano tensione e paura. Evocando pertanto una specie di trauma. Questo è un ulteriore motivo del perché il primo amore resta nella nostra mente.
Cosa rappresenta il primo amore?
Il primo amore è importante nello sviluppo affettivo di un individuo. Permette, infatti, di:
- Sperimentare nuove emozioni.
- Spostare la propria attenzione da coloro i quali erano stati, sino ad allora, l’oggetto del desiderio: il padre e la madre (secondo il complesso di Edipo ed Elettra).
- Spingere la persona verso una maggiore autonomia.
Perché si resta legati al ricordo?
Il ricordo del primo amore può essere, se vogliamo, considerato come un’inconscia ciambella di salvataggio, una copertina di Linus o per meglio dire un oggetto transizionale che può tornare utile come elemento consolatorio nei momenti di crisi.
In questi casi il ricordo del primo amore può affacciarsi perché permette di rivivere delle emozioni, di ritrovare se stessi, e di fantasticare nell’ipotesi di una seconda possibilità che cancelli gli errori commessi, le sensazioni di fallimento e di dolore che si stanno vivendo, permette insomma di crogiolarsi nell’idea di un’amore.
Ma quanto di questo è reale e quanto fantasticato?
L’amore idealizzato
L’idealizzazione del primo amore non è sempre positiva perché, benché ci sia il desiderio di riprovare le cose belle di quel momento. Si rischia di non tenere i piedi per terra e di vivere in un proprio mondo fondato su immagini, situazioni, emozioni che hanno una diversa collocazione temporale e non sono più in sintonia con le situazioni che si vivono.
Il rischio è quello di vivere più in funzione di un idea di amore che di un ricordo reale e questo può divenire una zavorra per lo sviluppo della persona.
Allo stesso modo un primo amore legato a una sfera di negatività, come ad esempio un amore non corrisposto o finito male, può creare un’imprinting negativo. Può capitare infatti, che alcune persone perdano fiducia nell’amore e nelle persone. È importante rimettersi in gioco e pensare che se si è stati sfortunati la prima volta è possibile non esserlo una seconda.
Il passato deve restare nel passato!
Vivere ancorati al passato o aspettando ciò che accadrà in futuro è un modo di perdersi il presente. Il problema non è ricordare momenti intensi, né immaginarsi una vita ideale, il vero problema è rifugiarsi continuamente nel passato o nel futuro.
Non siamo le stesse persone di ieri. E sicuramente non lo è nemmeno il nostro ex fidanzato. Cambiamo continuamente. Inoltre restare ancorati al passato può offuscare ciò che di bello c’è nel presente. La conseguenza è la perdita di numerose occasioni per migliorare la nostra vita.
Quando ci si ostina a vivere nel passato
È di fondamentale importanza, però, capire se la nostalgia per il passato è un sentimento intermittente oppure una vera e propria ossessione, che non ci consente di vivere la vita presente ma ci obbliga a restare insistentemente nel passato.
Se non si riesce a rivolgere la nostra attenzione al presente e al futuro, ci si sente del tutto impotenti e uscire da questa situazione sembra impossibile.
La cosa da fare è incontrare un professionista che ci aiuti a trovare il modo per superare questo blocco e aprirci al futuro.