Quando si perde una persona cara qualcosa dentro di noi si rompe. E se è vero che bisogna andare avanti, è altrettanto vero che va fatto nel modo giusto. Ecco perché vi parliamo di incontri di gruppo per chi ha perso qualcuno.
Incontri di gruppo per chi ha perso qualcuno.
Dopo un lutto, il ritorno alla quotidianità è difficile e molto doloroso. Il tempo si ferma ed è difficile guardare al futuro:
- Devi reagire
- Fallo per i tuoi figli
- La vita va avanti
Parole che evidenziano la nostra vulnerabilità, aumentando le distanze con gli altri. Ricordiamoci che il lutto non è una malattia ed ha delle fasi specifiche da attraversare per poter essere superato.
Il confronto tra persone che stanno attraversando lo stesso percorso può rappresentare una occasione senza eguali.
Il principio sul quale vengono organizzati questi gruppi di auto mutuo aiuto è il seguente: chi vive la perdita di una persona amata, può capire più di ogni altro, i sentimenti che attraversa colui che è stato colpito dal medesimo destino. Guardando le storie degli altri, infatti, è più semplice capire quello che succede a noi.
L’importanza di condividere la stessa storia.
Nel gruppo, infatti, l’opinione dell’altro è valida quanto la nostra. Il gruppo spinge a ritrovare un senso di sé rispetto agli altri e a ritrovare col tempo un senso di sé rispetto al se stessi.
Il gruppo diventa così il luogo dove è possibile sostenersi attraverso lo scambio e la condivisione dei vissuti dolorosi. L’elaborazione del lutto è un percorso tortuoso in cui si assiste alla trasformazione nel tempo del dolore. In questo tragitto è fondamentale imparare a cogliere il cambiamento e spesso è più facile attraverso il contributo degli altri che possono sottolineare aspetti altrimenti non visti.
Il lutto viene visto da chi lo prova come un fatto individuale ed unico: siamo solo noi a soffrire.
Spesso la chiusura verso il mondo esterno che segue la perdita fa sentire la persona alienata. Condividendo la sofferenza si apprendere che non si è gli unici a provare questi vissuti. Questo porta a vivere il proprio dolore come una “normale” reazione a un evento drammatico. Vorrei sottolineare come il lutto, non sia una patologia, può, però, diventare molto complicato da elaborare.
Incontri di gruppo per chi ha perso qualcuno – Rinascere è possibile
Generalmente, le prime volte che si partecipa ad un gruppo di questo genere, si sente l’esigenza di esprimere quanto il proprio dolore sia il più grande di tutti. E in qualche modo è la verità, perché è il nostro dolore e come tale ci appare unico e immenso.
Ciò nasconde il bisogno di sentirsi riconoscere il diritto a star male.
Non si è da soli
Il gruppo permette gradualmente di scoprire di essere come l’altro, pur nella diversità. Apre le porte alla relazione autentica, all’esplorazione del senso della vita e della morte.
Il clima psicologico che si viene a determinare facilita la possibilità di pensare, la risoluzione dei conflitti e l’apprendimento reciproco. Nel gruppo avviene un ci si rispecchia metaforicamente delle proprie esperienze con quelle degli altri.
In questo modo è possibile:
- vedere se stessi e le differenze con gli altri arricchendosi
- i vissuti vengono diluiti su un numero maggiore di persone.
- il peso del dolore è più tollerabile.
Diventare soggetti attivi
Pian piano attraverso la frequentazione di gruppi per l’elaborazione del lutto, si comincia a diventare consapevoli. Il gruppo protegge non si è più spettatori passivi ma attori.
Riconoscersi come figure attive all’interno di un gruppo crea una competenza, un ruolo, un senso di sé, questo rappresenta un grande passo verso il superamento del problema. Il senso di utilità verso gli altri partecipanti accresce la propria autostima e rende meno dipendenti ma più obbiettivi verso il proprio problema.
Inoltre il gruppo apre alla possibilità di offrire solidarietà agli altri.
Ognuno prova emozioni e sentimenti diversi, che si possono condividere con gli altri membri del gruppo che col loro vissuto capiscono anche ciò che non si riesce ad esprimere.
Ci si ‘riconosce’ negli altri; il gruppo si mette in ascolto e non giudica. Si creano amicizie. Si può quindi ristabilire una condizione di comunicabilità del proprio dolore al mondo esterno e trovare quell’aiuto umano necessario per iniziare il proprio, lungo, cammino di elaborazione del lutto.
Nella condivisione con gli altri si impara a relazionarsi con il dolore, e a non lasciarsi schiacciare sotto il suo peso.