Oggi parliamo di una vera e propria violenza psicologica. Ci concentriamo su cos’è e come funziona il gaslighting. Soprattutto capiremo come riconoscerlo e come proteggerci.
Voi lo sapete cos’è e come funziona il Gaslighting? Parliamo di una crudele tecnica di manipolazione. Questa forma di violenza psicologica, agisce come e vero e proprio lavaggio del cervello. L’aggressore, la attua al fine di ottenere pieno potere sulla sua vittima. La persona gradualmente è indotta in una condizione di dipendenza. Questa viene resa completamente insicura della propria realtà.
La conseguenza è uno stato di confusione mentale. Ciò, comporta una distorsione nella percezione di sé e del partner. Inoltre si aggiunge la sensazione di avere qualcosa che non va e dubbi sulle proprie facoltà mentali.
Le azioni manipolative sono subdole. Queste provengono da una persona della quale la vittima si fida. Sono camuffate da un’apparente “prendersi cura” e agiscono gradualmente. Comportano una vera e propria modifica di sensazioni, percezioni e cognizioni.
La vittima sentirà una perdita dei parametri di riferimento della realtà.
Vediamo meglio cos’è e come funziona il Gaslighting…
Il termine Gaslighting trae origine da un’opera teatrale del 1938: “Gas Light”. Da questa successivamente presero ispirazione due film, nel 1940 e nel 1944. L’ultimo diretto da George Kukor con Ingrid Bergman e Charles Boyer, dal titolo proprio “Gasligth”.
Il film narra proprio della manipolazione mentale consapevole e mirata del marito ai danni della moglie. Questo la induce a dubitare delle sue facoltà mentali. L’intento è proprio quello di farla dichiarare pazza.
Lattanzi e collaboratori (2011) affermano che il Gaslighting può avvenire in vari contesti. Certo nella coppia, ma anche tra amici, o in ambito lavorativo e familiare.
Questa violenza psicologica continuata nel tempo comporta una sorta di destrutturazione della personalità e del senso di identità. Nei casi più gravi, può arrivare all’annullamento totale e alla sensazione di morte imminente.
Il Gaslighting è una forma di abuso di cui la vittima solitamente ne resta ignara. Salvadori (2010) afferma che è “una violenza che non ha scoppi d’ira, al contrario, è muta, insidiosa, fatta di silenzi ostili alternati a motti pungenti. Una forma d’abuso antica, perpetrata in modo particolare tra le “sicure” mura domestiche, che lascia profonde ferite psicologiche”.
Vorrei sottolineare come la manipolazione sia attuata sia dalle donne che dagli uomini anche se nell’ambito della coppia sono più spesso le donne ad esserne vittime.
Cos’è e come funziona il Gaslighting. Le tre fasi della manipolazione: l’incredulità, la difesa e la depressione
Parlando di cos’è e come funziona il Gaslighting è importante sottolineare che il comportamento manipolatorio attraversa tre fasi diverse:
- Incredulità. La vittima non riesce a capacitarsi di ciò che sta accadendo. Insorge così la confusione per i messaggi che le arrivano da parte del manipolatore.
- La seconda fase, invece, è contraddistinta dalla difesa delle proprie posizioni. Questa può essere espressa anche con rabbia.
- Nella terza fase, la vittima cede, alla realtà imposta dal gaslighter. Si convince che il persecutore ha ragione. Prevalgono sentimenti di insicurezza, vulnerabilità, dipendenza e depressione.
Una volta raggiunto il suo scopo, tuttavia il manipolatore continua quotidianamente. In questo modo gli effetti si cronicizzano.
Lo stile comunicativo del Gaslighter
La comunicazione è una parte fondamentalmente nelle relazioni di ogni tipo. Consente alle persone di costruire, alimentare e mantenere le relazioni. Attraverso essa i partecipanti negoziano e costruiscono identità e definiscono le relazioni e la realtà.
Ma quali distorsioni comunicative avvengono nelle coppie disfunzionali?
Frasi come: Te lo sei immaginato!; Non è mai successo!; Quello che ho fatto è normale, lo fanno tutti!; Ma come fai a non ricordatelo… me lo hai detto proprio tu!; Stavo scherzando… sei tu che sei troppo pesante! Sono caratteristiche dello stile comunicativo del Gaslighter.
Si verifica così una distorsione costante della comunicazione. Questo determina l’ingresso nella prima delle tre fasi: l’incredulità rispetto ai messaggi e a quanto le sta accadendo.
La vittima non riesce a comprendere e a decodificare la situazione. È in dissonanza rispetto ai suoi parametri di riferimento di attribuzione di significato. Il persistere in questa condizione genera uno stato confusionale. Uno stato che Festinger (1997) definirebbe di “dissonanza cognitiva”. Questo caratterizza la parte finale della fase ossia il cambiamento di opinione e l’accettazione di quella del partner.
Ma chi è il manipolatore?
Cercando di capire chi è e come funziona il Gaslighting dobbiamo fare attenzione ad alcune dinamiche. Inizialmente il gaslighter è un grande adulatore. Vuole conquistare la donna e convincerla dei sentimenti d’amore che prova per lei.
Si mostra efficiente, premuroso, gentile e disponibile (love bombing). Ricopre la partner di attenzioni e si occupa di lei. Pian piano comincia a gestire delle cose al suo posto. In questo modo finisce nel renderla sempre meno indipendente.
La vittima, che inizialmente si sente sollevata da questa modalità di “cura”, si adagia in questa situazione.
Benedetta Mulas (2012) sostiene che esistono tre tipologie distinte di manipolatori:
- Il bravo ragazzo. Mostra di adoperarsi per il bene della vittima. Tuttavia cerca solo di soddisfare i propri bisogni.
- L’adulatore. Attraverso lusinghe, porta la vittima a fidarsi. Pone così la vittima, in una realtà artefatta;
- L’intimidatore. Manifesta apertamente la violenza. Questo può criticare, dell’umiliare, fare del sarcasmo o essere direttamente più aggressivo.
Parliamo di un narcisista?
Secondo alcuni studi il Gaslighter è un narcisista perverso. Il narcisista perverso è un manipolatore. È una persona che ha bisogno di sminuire l’altro per acquisire una buona stima di sé.
È un soggetto che non si mette mai in discussione.
Non potendo vivere il conflitto nella propria interiorità, deve necessariamente collocarlo all’esterno. Questo genere di persone debbono “scaricare” sull’altro i loro aspetti negativi. Attraverso il meccanismo della proiezione si liberano di queste parti inaccettabili di sè e dell’ansia che ne deriva.
Spesso lo scarto tra questa proiezione e la realtà è molto evidente. Tuttavia non sempre l’altro riesce a ribellarsi. Accade che col tempo accetti sempre più le idee del partner sviluppando forti sensi di colpa. Accade perciò che la vittima arrivi ad assumersi la responsabilità di quanto succede. Così come spesso accade per le vittime di violenza. anche in questo caso, l’aggressività dell’altro viene vista come una propria responsabilità. Da qui la frase “è colpa mia”.
Come si passa dall’amore al controllo?
La relazione si trasforma completamente e l’amore diventa maligno. Così, “ s’instaura una relazione narcisistico-perversa che “deumanizza” la vittima, la manipola, ottenendone il controllo totale, impedendone separatezza ed autonomia.
La persona si troverà imprigionata da questo comportamento e, lentamente, le sue resistenze si affievoliranno sino a scomparire del tutto, diventando inconsapevole complice del suo persecutore” Salvadori (2010).
Kernberg (1995) parla di perversione come de “il reclutamento dell’amore al servizio dell’aggressività, la conseguenza del predominio dell’odio sull’amore”. Nell’ottica psicoanalitica la parte di violenza fondamentale (forma primitiva di aggressività) che non viene integrata nell’edipo, continua ad agire, cerca, e trova, nuovi investimenti. Allo stesso tempo si carica di libido distruttiva che inizialmente non aveva.
Questo meccanismo deriva da disfunzionali relazioni oggettuali precoci tra madre bambino. Probabilmente al bambino non è stato possibile di sperimentare e integrare la “madre buona” e “la madre cattiva”. Ossia mettere in un unica figura, quella che gratifica e quella che frustra.
Quali dinamiche si nascondono all’origine del gasligthing?
Nelle relazioni adulte, questo soggetto ricercherà il rapporto fusionale che da bambino non è riuscito a sperimentare. Verso questo, svilupperà una forte ambivalenza. Quindi il rapporto simbiotico è voluto e odiato allo stesso tempo.
L’incapacità di integrare emozioni creerà due poli: amore e odio. L’esperienza è quella di una madre eccessivamente presente e controllante, vissuta come castrante. Questo nell’adulto determina il bisogno di sconfiggere il controllore interno. la vittoria avverrà attraverso l’umiliazione e la disumanizzazione del partner. E questo riguarderà sia le fantasie che gli atti perversi.
Una madre assente o perdite frustranti, porteranno al timore di non poter ricevere e dare amore. Nella relazione adulta riporteranno la loro sensazione di impotenza, frustrazione e desiderio di vendetta. Tutto ciò cercando disperatamente di preservare artificiosamente l’unità del proprio Sé.
Queste persone sperimentano un grande senso di solitudine, infelicità e disperazione, e vuoto. Nella relazione l’altro ne pagherà le conseguenze. In accordo Erich Fromm (1983) afferma che in questo genere di relazioni fusionali, viene creata un’alleanza a due contro il mondo.
Viene messa in atto una egoistica chiusura, che erroneamente viene scambiata per amore. “ è un’intimità che si nutre della privazione del mondo, perché solo attraverso l’esclusione di qualsiasi relazione l’amante soddisfa il suo desiderio di possesso che, facendolo sentire unico beneficiario della dedizione, ottiene, attraverso l’altro, l’amore che non ha mai concesso a sè”.
Dopo aver visto cos’è e come funziona il Gaslighting analizziamone le conseguenze.
In qualunque forma venga attuato, il gaslighting, porta ad una profonda dipendenza fisica e psicologica. L’autonomia viene fortemente compromessa. Questo avviene sia per quanto riguarda la cognizione che per la sfera emotiva.
Si viene così a determinare un circolo vizioso. La vittima si autopercepisce estremamente fragile e avverte maggiormente il bisogno di appoggiarsi e dipendere. Accade così che si lega ancora di più al carnefice.
Questo spesso viene fortemente idealizzato. Si rivolgerà a lui e gli si affiderà facendo richieste di dipendenza. Così inconsapevolmente gli chiederà di reiterare il comportamento manipolativo. La Mulas (2012) evidenzia come non ci sia consapevolezza di ciò che sta realmente accadendo. Questo comporta l’accettazione della situazione. Ciò si traduce in una mancata richiesta di aiuto.
L’isolamento sociale
Parlando di cos’è e come funziona il gaslighting dobbiamo approfondire l’aspeto dell’isolamento sociale, un’aspetto davvero fondante. Questo contribuisce a consolidamento della dipendenza.
L’unica persona di riferimento per la vittima che non si sente autosufficiente è proprio il suo carnefice. Le relazioni sociali e le situazioni esterne alla coppia sono sempre più limitate. Tutto si svolge nel rapporto duale.
La percezione negativa di sé distrugge l’autostima, il senso del Sé e l’Identità. L’emarginazione prima indotta dalla manipolazione, diventa volontaria. La vittima investe sempre più sul Gaslighter e sulla coppia. Senza di lui sente di non valere nulla. Prova vergogna nel confronto con gli altri. Sente sempre più stanchezza sia psichica che fisica. Ha inoltre paura di essere abbandonata.
Succede, talvolta, che familiari, colleghi o amici della vittima cerchino di farle aprire gli occhi. Questo spesso determina un’ulteriore allontanamento ed evitamento sociale. La vittima respinge ogni ipotesi nel tentativo di difendere la relazione.
I sintomi
Le conseguenze di una situazione di condizionamento e violenza psicologica, sono di varia natura e diversa intensità. Isabelle Nazare-Aga (2000) ritiene che i manipolatori inducano forte stress nei manipolati. uno stress continuato e intenso porta all’esaurimento delle energie. Di conseguenza possono insorgere sintomi psicosomatici e comportamentali:
- Sintomi psicologici: ansia, depressione, demotivazione, calo dell’autostima, sfiducia, irritabilità e stanchezza mentale.
- Sintomi somatici: disturbi del sonno, disturbi digestivi, disfunzioni biliari, problemi cutanei, problemi sessuali e ginecologici, sintomi cardiovascolari e dolori articolari.
- Sintomi comportamentali: aggressività o inibizione. Alcuni soggetti abusano di alcolici e/o tabacco, disturbi alimentari, iperattività o ipotonia caratteristica della depressione.
- Sintomi prestazionali: si riscontreranno difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria, rallentamento nello svolgimento delle mansioni e minore produttività legata al calo di interesse.
Più la condizione di vicinanza col Gaslighter è duratura maggiormente lo stress si intensifica. La tendenza è una cronicizzazione che comporta l’insorgere della malattia.
Condizioni di disagio psicologico estremo possono condurre a fenomeni dissociativi. Parlo di sconnessione delle funzioni che solitamente sono integrate. Queste riguardano la coscienza, la memoria, l’identità o la percezione. Le alterazioni possono essere improvvise o graduali, transitorie o croniche.
Tutti questi aspetti, portano la vittima a sentire l’angoscia di sentirsi distaccata dalla realtà. Ne consegue un forte stato depressivo che può indurre a comportamenti anche marcatamente autolesionistici. In alcuni casi persino al suicidio.
Come uscirne?
Quando la verità giunge a galla, per la vittima è estremamente traumatico.
E’ utile che l’ex vittima effettui un percorso psicoterapeutico che le consenta di rielaborare e integrare questi vissuti. Cercando attraverso una nuova narrazione di sé, una ri-costruzione della propria identità personale.
Bibliografia
- Bowlby J. (1969), Attaccamento e perdita. Boringhieri, Torino
- Festinger L. (1997), La dissonanza cognitiva. Franco Angeli, Milano.
- Fromm E. (1983), L’arte d’amare. Mondadori, Milano
- Kernberg O.F. (1995), Relazioni d’amore. Cortina, Milano.
- Lattanzi M. et al. (2011), Rifiuto tossico: Stalker e trattamento: prigione o terapia?. AIPC Editore, Roma.
- Mulas B. (2012) “Il gaslighting o manipolazione mentale http//www.psicoterapiapsicologia.it/articoli-psicologia-psicoterapia/il-gaslighting-o-manipolazione-mentale
- Nazare-Aga I. (2000), L’arte di non lasciarsi manipolare. Guida pratica. Edizioni Paoline, Milano.
- Salvadori G. (2010) il gaslighting: aspetti legali,