Faccio una premessa, Penelope non si è quasi mai ammalata. Solo un mal di gola a ottobre dello scorso anno, qualche raffreddore e un virus intestinale subito dopo il suo compleanno (per cui in concomitanza con il mio, che gioia). Per questo motivo per me l’idea che mia figlia si possa ammalare e di conseguenza i miei piani potrebbero cambiare, era abbastanza lontana.
Poi sono arrivate le vacanze, le agognate vacanze, le sognate vacanze.
Dopo un anno di lavoro intenso, di impegno massimo per la bambina, di pannolini, passeggini, pappine, svezzamento e allattamento, avevo proprio bisogno di fare un po’ di mare, profumo di mare, di bagni, di lunghi riposini pomeridiani e di Mojito. Per cui quando il 5 agosto scorso sono partita alla volta del Cilento con marito, nana e suoceri al seguito avevo un unico pensiero in mente: fare le vacanze.
Vi devo dire che per i primi tre fantastici meravigliosi giorni tutto è andato secondo i piani. Tutto si è incardinato in quella routine vacanziera che tutti amiamo molto. Colazione, mare, pranzo, riposino, mare, bagnetto, cena, gelato, nanna. What Else, avrebbe detto Zio George Clooney.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, la mattina del quarto giorno Penelope si è svegliata con 38 e mezzo di febbre.
Ok, niente panico. La bambina non ha raffreddore, non ha la tosse, manco mezzo muchetto e la cacchina (che poi cacchina proprio non è) è perfetta. Sarà giusto un po’ di stanchezza. Magari le fa male la gola…! Mi dice la vocina della mia coscienza e quella più imperiosa di mia suocera. Ma non ci voglio pensare. Domani andrà tutto bene, io voglio che vada tutto bene. Passiamo la giornata in camera con la piccola che dorme praticamente tutto il giorno. A un certo punto la suocera si muove a commozione, si tiene la bambina un’oretta e così mio marito e io riusciamo a farci un bagno.
Il giorno dopo è tutto uguale, una nuova – molto meno gradita – routine sembra aver soppiantato quella dei primi giorni, ma soprattutto serpeggia il pensiero che possa non essere una banale influenza. La mia pediatra mi scrive su WhatsApp le parole sesta malattia, ma io non ci voglio credere. Non può essere!
Il terzo giorno la febbre non scende, anzi sale. Sfioriamo il 40 e così armata di supposte di tachipirina, pazienza, ma soprattutto tanta speranza ho portato Penelope da una – per fortuna molto brava – pediatra del posto.
Signora la bambina ha la gola perfetta, le spalle libere e non ha nessun altro sintomo oltre a questa febbre alta.
Ah meno male penso io, adesso mi dice che non ha niente, una banale influenza che gira, domani passa tutto e torniamo alla rountine 1.0 (che quella 2.0 non ci piace proprio).
Ora le cose sono o ha un’infezione delle vie urinarie, oppure ha la sesta malattia.
Che cosa???
In poche parole nella busta numero 1 c’era un’infezione delle vie urinarie, comprensiva di antibiotico per sette giorni e controlli successivi, nella due un’altra mezza giornata di febbre alte e poi macchie, nessun farmaco prescrivibile oltre alla tachipirina. In entrambi i casi vacanze finite e tutti a casa perché la bambina, in entrambi i casi, avrebbe dovuto stare lontana dal sole, manco Micheal Jackson dopo lo sbiancamento.
Con mio marito ci guardiamo nelle palle degli occhi e decidiamo di rientrare in città, anche perché la diagnosi di quello che aveva Penelope passava per un’analisi delle urine e il sabato prima di Ferragosto (ovviamente certe cose non succedono mai un tranquillo giorno feriale di novembre) trovare un laboratorio aperto al mare è stato impossibile.
Così siamo rientrati di corsa in città. E là, sorpresona, abbiamo avuto le stesse difficoltà avute nel Cilento, non trovando laboratori di analisi che ci facessero un’analisi delle urine. La mattina dopo Penelope si sveglia, ancora, con quaranta di febbre. A quel punto facciamo l’unica cosa sensata: un giretto al pronto soccorso. Che ve lo dico a fare, non appena usciti dall’ospedale pediatrico torniamo a casa e Penelope dopo giorni in cui stava moscissima si riprendo come per magia. La febbre sparisce e tutto sembra tornare al suo posto. Tempo due ore, però, e Penelope diventa maculata.
Morale della favola inconsapevolmente al momento della partenza oltre a palette, secchielli, piscinetta e costumini mi ero portata dietro anche la sesta malattia. Ospite indesiderata e non pagante, ma molto molto fastidiosa. A quanto pare la sesta malattia funziona così: tre giorni (nel mio caso quasi 4) di febbre alta, poi passa all’improvviso e dopo compaiono le macchie. Qualche giorno e passa tutto…
La settimana scorsa mio marito mi ha fatto un regalo e per i primi di settembre ha prenotato qualche giorno al mare in Puglia. Tutto bellissimo, fino a quando non abbiamo visto le previsioni del tempo…
E a voi come sono andate queste vacanze? Spero meglio delle mie…