Come dire ai bambini che Babbo Natale non esiste

Babbo Natale non esiste… o forse sì? Troviamo insieme le parole per dire qualcosa di difficile.

Dire ai bambini che Babbo Natale non esiste non è per niente facile. Come si fa?

Poche cose terrorizzano i genitori come dover rispondere alle domande dei propri figli su Babbo Natale! I bambini crescono in fretta e molti adulti hanno la speranza che la magia di Babbo Natale rimanga con loro il più a lungo possibile: in fondo c’è tempo per diventare adulti, no?

Non tutti i bambini, però, hanno gli stessi tempi e le stesse tappe di crescita e possiamo trovarci davanti a percorsi di maturazione e acquisizione di consapevolezza totalmente diversi. È fondamentale, quindi, accompagnare i nostri figli nel percorso che li porterà dall’infanzia alla pre-adolescenza anche accompagnandoli in queste tappe di passaggio dalla fantasia al reale. Senza dimenticare mai l’importanza del gioco e dell’immaginazione, però.

La capacità di immaginare è, infatti, un requisito fondamentale nello sviluppo di empatia e abilità sociali e relazionali. Sta, quindi, a noi adulti trovare una strada per rendere queste tappe di crescita utili spunti di apprendimento (per noi e per loro)!

Come dire ai bambini che Babbo Natale non esiste?

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Non forzate mai i bambini, ma accompagnateli. Non di rado capita che i bambini abbiano dei tempi di crescita diversi e, a volte, per i genitori può sembrare un problema. Spesso sento dire da genitori e nonni: “Ha 10 anni e crede ancora a Babbo Natale!”.

Non dimentichiamo che il percorso di sviluppo è lungo ed è un bene che lo sia, i bambini passano spesso da tappe intermedie utili ad adattare la realtà al loro percorso di crescita. Attenzione, quindi, a “bollare” come infantili pensieri assolutamente normali per un bambino della scuola elementare: stiamo dando una connotazione negativa a qualcosa di fisiologico.

Insegnate ai vostri figli che quello che pensano ha importanza

Famiglia-Natale

I primi dubbi sull’esistenza di Babbo Natale spesso nascono nel contesto del gruppo dei pari. Ci sono bambini, infatti, che si interrogano ad alta voce o trovano che riconoscere pubblicamente l’aspetto fiabesco del Natale sia una sorta di “rito di passaggio” verso la preadolescenza (“Mica sono piccolo che credo ancora a Babbo Natale!”).

Per altri, invece, questa pressione esterna può essere faticosa proprio perché è ancora presente il desiderio di credere in un sogno dell’infanzia. In questi casi è importante confermare il desiderio dei bambini, anche con frasi semplici come “Se tu ci credi, esiste”. Gli adulti hanno il compito di accompagnare con calma e pazienza, traducendo in parole semplici emozioni complesse.

Dire ai bambini che Babbo Natale non esiste: l’importanza della fantasia

Bambina-teatro

Anche se Babbo Natale non esiste, la fantasia ha importanza nelle nostre vite. Entrando nella preadolescenza è comune che i ragazzi abbiano un rifiuto per tutto ciò che è “fiabesco” perché considerato “da bambini”. Anche questo è un passaggio necessario, aiuta a mettere spazio fra l’infanzia e la pubertà.

Questo non significa, però, che non si possa con delicatezza mantenere il convincimento che non ci sia nulla di male nel gioco e nell’immaginazione, anche per le persone adulte. Per farlo cercate il più possibile di favorire attività che valorizzano la creatività e il pensiero laterale, come leggere (fumetti e fantasy sono molto utili!) o fare giochi da tavolo (suggeriamo ad esempio Dixit) e di ruolo.

Anche il teatro è un’attività ricreativa da incoraggiare nel passaggio fra infanzia e preadolescenza: aiuta a sviluppare fantasia, immaginazione ed empatia.

Photo Credit: freepik.com

Tata Emma

Milanese Doc! La nostra Tata Emma è una psicologa esperta di bambini e non solo...

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