Il co-sleeping, è uno di quegli argomenti che divide le mamme, ma se siete favorevoli ecco cosa dovete assolutamente sapere.
Il co-sleeping, si sa, è uno di quegli argomenti che divide il magico mondo delle mamme. Ma che sei matta a dormire con i tuoi figli? In cinque nel lettone? Roba da pazzi, oppure, Tu non sai quanto siamo felici… Ma tu non senti il bisogno di averlo vicino a te tutta la notte? Io non potrei vivere senza il suo odore, Hanno tempo per dormire da soli; e molto altro.
Io, lo sapete, sono molto contraria al co-sleeping, ma ho deciso di capirne di più e di andare in fondo alla questione. Prima di entrare nello specifico, però, bisogna fare un passo indietro e fare una premessa. Quando si parla di educazione ci sono due grandi scuole di pensiero, entrambe molto valide. Ora, senza usare paroloni difficili, diciamo che c’è chi pensa che il contatto sia la base di un buon progetto educativo (le teorie di Alessandra Borlotti di E se poi prende il vizio, che potete acquistare cliccando QUI, per intenderci) e chi, come me, è fermamente convinto che i bambini vanno subito abituati a determinate regole e a essere autonomi.

Se volete seguire le prime teorie e siete convinte che il co-sleeping sia estremamente importante per la crescita del vostro bambino, io non sono nessuno per dirvi che state sbagliando. L’unica cosa che come mamma e come appassionata di pedagogia mi sento di dirvi, è che ci sono delle basi, senza le quali il co-sleeping potrebbe non avere gli effetti da voi sperati, ma essere addirittura controproducente.
Il co-spleeping, deve essere una precisa scelta educativa, non una sorta di ripiego perché il bambino altrimenti non dorme.

Per prima cosa il co-spleeping, come tutte le scelte educative, deve essere fortemente condivisa da entrambi i genitori. Il lettone, infatti, non è né solo di mamma, né solo di papà, ma di tutti e due. Siccome il co-sleeping sarà pure tanto bello, ma è tanto scomodo, se l’altra parte della coppia non è d’accordo, allora non dovete proseguire in questa direzione. Certo, a quel punto, è importante che i turni notturni siano equamente suddivisi, ma se vostro marito dice No, col pupo non ci dormo, fate un passo indietro. Alla lunga imporre i figli nel letto di vostro marito – che in molti casi è costretto a emigrare altrove – vi potrebbe portare a un allontanamento difficile da sanare.
In secondo luogo il co-sleeping deve essere una scelta educativa precisa, non un modo per dormire meglio. Mi spiego, se vostro figlio non dorme nel lettino e vi fa alzare mille volte la notte, ci sono delle soluzioni diverse dal metterselo nel lettone. Ci sono, infatti servizi di consulenza appositi (cliccate QUI se volete maggiori informazioni in merito) e sistemi ad hoc. Il co-sleeping, infatti, per avere degli effetti benefici sui vostri figli deve essere una scelta e non un ripiego. Se l’idea è Me lo metto nel lettone perché sono stanca, Nel lettino piange o chissà cos’altro, fermatevi un secondo a riflettere. Di fatto state cedendo il controllo a vostro figlio e questo è quanto di più nocivo ci possa essere a livello educativo. Qualunque psicologo voi interpelliate, infatti, vi dirà che è fondamentale che i bambini crescano all’interno di precise regole. Se la vostra regola è che il bimbo deve dormire nel suo letto, non potete venire meno perché piange e fa i capricci, non va proprio bene. Il co-sleeping, infatti, per avere positivi deve essere inserito in contesto di regole, altrimenti può diventare un’aggravante a una situazione fuori controllo.

Infine, prima o poi i bambini crescono e abbandonano il nido, così abbandoneranno anche il vostro letto. Quando iniziate a vedere che i vostri figli esprimono il desiderio di dormire nel loro letto e nella loro stanza, dovete lasciarli andare. Il co-spleeping, infatti, deve essere parte di un progetto educativo, altrimenti diventa l’espressione dell’egoismo materno e non va bene.
Io resto convinta che bambini e genitori abbiano bisogno dei loro spazi e vadano rispettati da entrambi i lati, e perciò sono contraria al co-sleeping, voi che ne pensate?
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