Manca una settimana al mio compleanno, così ho pensato di fare a tutte le mie lettrici un piccolo regalo. Ho deciso di regalare a tutte quelle che non l’hanno ancora letto (nel caso correte ai ripari comprandolo QUI) un piccolo estratto del mio ultimo romanzo Non è Vero Ma ci credo. Per chi, invece, avesse già letto la storia di Chicca vi ricordo che in esclusiva su Amazon.it vi aspetta la storia di Nicoletta, scritta dalla mia amica Mila Orlando. Se volete acquistare È solo questione di magia, cliccate QUI.
Una scena molto divertente, che racconta di una particolare uscita a quattro. Chicca, infatti, viene convinta da Gianluca a partecipare a una serata di beneficenza, organizzata da una nota gallerista, una serata a cui parteciperanno anche i loro amici Davide e Rami. Chicca però vuole scappare… ed ecco quello che succede.
Buona lettura!
Ci mettiamo a ridere e sotto il tavolo sento le sue dita intrecciarsi con le mie. Vorrei un insetticida per uccidere le farfalle che ho nello stomaco.
«Come posso farmi perdonare, Cappuccetto Rosso?»
Baciami qui, davanti a tutti e a quel paese le conseguenze!
«Scappiamo!»
«Come scappiamo?»
«Sì, ti prego. Portami via di qua, ho fame!»
Il mio tono è volutamente allusivo.
«Vuoi sbranare il tuo Lupo Cattivo?»
«L’idea è quella di sbranare prima qualcosa di commestibile.»
«Proposte?»
«Tu portami via di qua e fidati di me.»
«Davide e Rami, che facciamo li abbandoniamo?»
«Conoscendoli, ci hanno già abbandonato loro.»
«E con Grazia?»
Chi?
«Fagli un minuto gli occhi dolci e ti perdona.»
Rimane un secondo zitto, come se stesse valutando la mia proposta. Io nel frattempo valuto l’idea di mollarlo qui e chiamare un taxi. Non posso tollerare questo posto un minuto di più.
«Ok, andiamo. Ma solo se mi prometti che dopo mangiato ti fai sbranare un po’.»
Ha lo sguardo serio. È qualcosa che va oltre il puro e semplice sesso. Anche se non vorrei, sento lo stomaco stringersi in un’emozione fortissima. Quando c’è di mezzo lui, tutta la mia freddezza, la mia razionalità, il mio autocontrollo vanno a farsi benedire a braccetto. Ci alziamo in silenzio e, come se niente fosse, ci dirigiamo verso il guardaroba.
«Ce l’abbiamo quasi fatta…»
Mi sussurra all’orecchio mentre aspettiamo i cappotti.
«Gianluca?»
Ecco… appunto, quasi!
Milf ci ha appena pizzicato mentre tentavamo di svignarcela.
«Grazia, perdonami, ma ho avuto un inconveniente e devo correre a Napoli.»
Ha un tono così convinto che quasi ci credo pure io.
«Niente di grave spero.»
«No, no, solo una grana di lavoro. È stato comunque un piacere aiutarti in questa importante causa…» e bla bla, ancora bla e poi bla.
Dopo due minuti di bla sono furibonda, ma finalmente riusciamo a congedarci da Milf.
«Niente…»
«Cosa niente?»
Stiamo tornando alla macchina e di nuovo mi devo cimentare in acrobazie degne di una circense esperta, per evitare che si rovinino i tacchi delle mie Louboutin. Domani i piedi saranno da rottamare.
«Ho provato in tutti i modi a farti ingelosire, ma tu sembri non scomporti mai.»
«Per cui hai intrattenuto Milf tutto quel tempo solo per farmi ingelosire?»
Non ci credo, l’ho fatto, ho chiamato Grazia milf davanti a Gianluca, sono una decerebrata!
Lui, invece, la prende bene e sbotta a ridere!
«Milf? Perché milf?»
Perché è una stronza che ci prova con te ed io la odio!
«Beh, diciamo che la scollatura era un filino eccessiva.»
«Perché? Ha un seno di tutto rispetto. Fa bene a mostrarlo!»
«Ma quanto sei scemo.»
Mi avvio verso la macchina a passo spedito, dandogli platealmente le spalle. Sono tutta presa a non urlargli contro di tutto, quando sento afferrarmi un braccio.
«Ci sono riuscito allora…»
«Riuscito a fare cosa?»
«A farti ingelosire!»
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi mi prende la mano e mi porta in un angolo decisamente appartato, lontano da sguardi indiscreti, e senza dire niente mi bacia come solo lui sa fare. Sento in un secondo la rabbia evaporare e lasciare il posto a una voglia irrefrenabile.
«Cappuccetto Rosso…»
«Sì?»
«Hai ancora fame, o possiamo passare direttamente al dolce?»
«Diciamo che l’idea di portarti in un ristorantino che adoro nei paraggi è saltata.»
«Bene!»
«Ma che almeno un panino per strada me lo devi, se non vuoi che svengo!»Photo Credit: FreePik.com