È fine agosto, gli ultimi giorni delle prime vacanze da mamma passano e come al solito partono i mille propositi per cominciare l’anno – scolastico, sono sempre giovane – al meglio. Sicuramente da settembre dovrò rimettermi in linea, riprendere a fare sport e trovare un equilibrio tra i bisogni della mia piccola Penelope, gli impegni di lavoro e il tempo da dedicare a me stessa e a mio marito.
Così mentre cerco di immaginare le mie prossime giornate, cercando di bilanciare tutte le cose da fare, comprese anche le sette ore di sonno senza le quali io non riuscirei nemmeno a mettere in fila due parole di senso compiuto, mi imbatto in un articolo dell’Huffington Post su Marissa Mayer.
Per chi si stesse chiedendo chi è la signora Marissa Mayer, ricordo che sto parlando dell’amministratore delegato del colosso di internet Yahoo che – come se non le bastasse lavorare in una settimana quanto un comune mortale in un paio di mesi – è rientrata in ufficio pochi giorni dopo aver partorito due gemelle, attirando su di sé le ovvie e conseguenti critiche.
La Mayer, non contenta, ha dichiarato al magazine americano Businessweek, che il segreto del suo successo sta in una pianificazione del tempo al limite del maniacale, pausa bagno compresa. L’ad di Yahoo lavora 130 ore a settimana e ha tre figli che hanno passato i loro primi istanti di vita a sentire le risposte di mamma agli analisti durante le conference call o nella fase finale di un accordo commerciale.
Fatto sta che negli ultimi 5 anni la Mayer ha guadagnato la bellezza di 212 milioni di dollari.
Non so voi, ma io quando ho letto della programmazione minuziosa del tempo mi sono fatta una risata pensando a come un attacco improvviso – e imprevisto – di diarrea le potrebbero sconvolgere un’intera giornata di incastri maniacali. Scherzi a parte, non posso fare a meno di pensare a quanto per riuscire a lavorare 130 ore a settimana si debba delegare ad altri la crescita dei propri figli. E lo dico io che sto lavorando dalla stanza del villaggio vacanza in cui sto con accanto la mia bimba che dorme beata e faccio una fatica enorme a conciliare tutto, cercando di non toglierle mai la sua mamma.
Credo che come in tutte le cose ci voglia equilibrio, che sia giusto che una donna anche se mamma sia una persona realizzata e indipendente, ma tutto con misura. Dubito, infatti, che 212 milioni di dollari – che sono così tanti che ci vorrebbero almeno tre vite per spenderli tutti – potranno un domani restituire alla signora Mayer tutti quei momenti dei suoi bambini – che sono davvero tanti – che una volta persi non potranno tornare indietro.
E voi che ne pensate?